Visioni
L’esistenza in un libro, l’amore in un «inganno»
Al cinema L’ultimo film di Arnaud Desplechin, adattamento da Philip Roth, è un gioco di specchi con lo scrittore. Il tradimento, la passione, le accuse di mascolinità tossica e la libertà della creazione in bilico tra realtà e fiction
Léa Seydoux in «Tromperie - Inganno»
Al cinema L’ultimo film di Arnaud Desplechin, adattamento da Philip Roth, è un gioco di specchi con lo scrittore. Il tradimento, la passione, le accuse di mascolinità tossica e la libertà della creazione in bilico tra realtà e fiction
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 28 aprile 2022
Il rapporto tra le immagini e la letteratura è tornato a riaffermarsi con prepotenza, ne è espressione e quasi manifesto il nuovo film di Arnaud Desplechin, presentato a Cannes lo scorso anno e ora nelle sale italiane, girato durante il «confinamento» – la misura è quasi sempre quella dell’interno, un appartamento che ricorda l’universo parallelo e segreto dell’Assedio bertolucciano del suo ultimo Io e te. Tromperie più di un «adattamento» del romanzo di Philip Roth Deception (Inganno, in Italia uscito per Einaudi), diviene una sorta di «sovrimpressione» tra lo stesso regista e lo scrittore che Desplechin ha indicato più volte...