Alias Domenica
L’esistenza tattile e visiva di Ercole Patti
Novecento italiano La nave di Teseo recupera, in un volume monumentale di Tutte le opere, le prose giornalistiche e di viaggio di Ercole Patti, critico estroso e svagato che adorava Chaplin e la mondanità di Piazza del Popolo
Gino Bonichi «Scipione», Natura morta con piuma,1929, Milano, Collezione Giuseppe Iannaccone
Novecento italiano La nave di Teseo recupera, in un volume monumentale di Tutte le opere, le prose giornalistiche e di viaggio di Ercole Patti, critico estroso e svagato che adorava Chaplin e la mondanità di Piazza del Popolo
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 2 giugno 2019
La fisionomia e il decorso biografico di Ercole Patti (Catania 1903- Roma 1976) potrebbero all’impronta sembrare tipici della sua generazione, non fosse la vena di singolarissimo narratore ma in realtà ritardataria visto che il primo romanzo, Giovannino, porta la data del 1954 quando la sua silhouette sembra già fissata una volta per sempre nella stessa di un prosatore d’arte dallo stile rapido e asciutto, di un cronista del qui-e-ora capace di cogliere con vivacità e leggerezza (vale a dire con ironia, mai con sarcasmo) le dinamiche e gli stereotipi del suo spazio ambiente, la borghesia che abita la raccolta sua...