Cultura
L’esperienza della morte in vita
Scaffale «Tortura» di Donatella Di Cesare, per Bollati Boringhieri. Quando il dominio sul corpo del nemico si fa simbolo dell'esercizio del potere
Barthélémy Toguo, «Torture in Guantanamo», 2006
Scaffale «Tortura» di Donatella Di Cesare, per Bollati Boringhieri. Quando il dominio sul corpo del nemico si fa simbolo dell'esercizio del potere
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 15 dicembre 2016
Pronunciare la parola indicibile è già operazione di chiarezza. Invita a indagarne il significato, a vedere se o meno corrisponda a situazioni, pratiche, fatti che conosciamo, che sappiamo esistere; li rende presenti con tutti gli interrogativi che tale presenza determina. È quindi positivo che la parola tortura sia tornata a essere detta. Ma, seppure tolta dall’imbarazzo linguistico, non di meno la tortura continua a essere negata dagli apparati di potere che la praticano. Poiché «nessun regime neppure quello dittatoriale, ammetterà mai il ricorso alla tortura perché significherebbe ammettere la propria illegittimità». Sono le parole dello psicoanalista Miguel Benasayag, torturato durante...