Cultura

L’estetica del buon precario

L’estetica del buon precario«Clock» di Gloria Friedman

Materiali resistenti Due volumi su una condizione sociale analizzata tra passato e presente. Dalla presa di parola alle pratiche di mutuo soccorso. Alla difficoltà di sperimentare innovative, efficaci e permanenti forme di agire politico

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 30 aprile 2015
La semplicità difficile a farsi. A usare questa espressione è stato Bertolt Brecht. Il drammaturgo e poeta tedesco aveva in testa niente poco di meno il percorso che doveva portare alla società dei liberi e degli eguali. Ma andrebbe ricordata per segnalare la difficoltà nel tradurre politicamente la «scoperta» della precarietà come modalità dominante nelle relazioni di lavoro e della diffidenza, ostilità dei precari, uomini e donne, a organizzarsi per contrastare la loro condizione lavorativa e esistenziale. In altri termini, più prosaici e mondani, i precari non sempre vogliono rappresentarsi come classe sociale. D’altronde chi propone questo cortocircuito privilegia, spesso,...

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