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L’estetica dell’“inorganico” e il senso di mancanza

Verità nascoste Il legame dell’arte con l’inorganico, materiale esterno alla soggettività su cui essa imprime le sue forme, è fondamentale. La resistenza nel tempo del materiale rende la forma in esso impressa persistente. Le dà una solidità temporale che mantiene vivo, in movimento, il gesto creativo. Nella materia inorganica, di cui è fatta, ad esempio, Notre Dame, non è il medesimo che persiste, ma un gioco perpetuo di forme che, compiute, restano dischiuse a nuove prospettive e travalicano lo spazio in cui sono contenute

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 aprile 2019
Sarantis Thanopulos, «Silvia, nel tuo libro scritto con Valentina De Filippis, La tentazione dello spazio (Orthotes), si parla di una forma artistica che obbedisce a una spinta verso l’inerzia, l’“inorganico psichico”. Dell’arte come radicale rinuncia all’intenzionalità fondata sullo slancio vitale. Il legame dell’arte con l’inorganico, materiale esterno alla soggettività su cui essa imprime le sue forme, è fondamentale. La resistenza nel tempo del materiale rende la forma in esso impressa persistente. Le dà una solidità temporale che mantiene vivo, in movimento, il gesto creativo. Nella materia inorganica, di cui è fatta, ad esempio, Notre Dame, non è il medesimo che...

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