Alias Domenica

L’eterno presente frutto delle visioni di una macchina

L’eterno presente frutto delle visioni di una macchinaUn dipinto dell'argentino Emilio Pettoruti

Letteratura argentina Datato 1940, «L’invenzione di Morel», oggi riedito da Sur, rimanda a qualcosa di inquietantemente familiare, che Bioy Casares difficilmente poteva avere sperimentato

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 14 maggio 2017
Un’isola deserta popolata da fantasmi, un fuggiasco innamorato che ci racconta una realtà instabile refrattaria al realismo, una macchina produttrice di vita virtuale che rende immortale una sequenza di tempo, l’anima umana che trasmigra alle immagini. Parodia filosofica? Intrigo poliziesco? L’invenzione di Morel di Adolfo Bioy Casares, che Sur ripubblica nella nuova traduzione di Francesca Lazzarato (pp. 140, euro 15,00) consente molteplici letture, ma oggi, a quasi ottant’anni dalla sua pubblicazione, riserva ulteriori sorprese per il suo carattere anticipatore dell’immaginario contemporaneo. La figura e l’opera di Bioy sono state viste inizialmente come inseparabili da quelle di Jorge Luis Borges, suo...

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