Cultura

L’etica corporea della precarietà

L’etica corporea della precarietàillustrazione di Max Ellis, tratta da «Illustrator»

Tempi presenti l nuovo saggio della filosofa femminista Judith Butler affronta l’irrompere dei movimenti sociali e del genere nel campo perimetrato dello stato nazionale. Ma ne rimuove l’irriducibilità alla teoria democratica del pluralismo e della rappresentanza

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 31 agosto 2016
A ispirare l’ultimo lavoro della filosofa femminista Judith Butler – Notes toward a Performative Theory of Assembly (Harvard University Press, 2015) – sono i movimenti sociali che hanno attraversato le strade e le piazze del globo negli ultimi dieci anni. Le grandi manifestazioni dei migranti latinos negli Stati Uniti, Occupy Wall Street, gli Indignados, le «Primavere arabe» e Black Lives Matter pongono per lei domande fondamentali sulla democrazia. Questa non è semplicemente intesa come una forma di governo, ma è pensata nel campo di tensione tra la sovranità popolare e quella rappresentativa, tra le dinamiche del riconoscimento e una battaglia...

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