Lettera aperta al ministro Salvini
L'appello dell'Unione inquilini nella legge di bilancio sono spariti il fondo per la morosità incolpevole e il fondo sociale affitti, due misure per le fasce più deboli e con una incidenza dell’affitto sul reddito più elevata (circa 300 milioni nel 2022 per 600 mila famiglie)
L'appello dell'Unione inquilini nella legge di bilancio sono spariti il fondo per la morosità incolpevole e il fondo sociale affitti, due misure per le fasce più deboli e con una incidenza dell’affitto sul reddito più elevata (circa 300 milioni nel 2022 per 600 mila famiglie)
Signor Ministro,
nella legge di bilancio sono spariti il fondo per la morosità incolpevole e il fondo sociale affitti, due misure per le fasce più deboli e con una incidenza dell’affitto sul reddito più elevata (circa 300 milioni nel 2022 per 600 mila famiglie). Misura che fanno il paio con quelle contro il reddito di cittadinanza, che prevede anche risorse per il sostegno all’affitto.
Sembra che più che di affrontare la questione dell’impoverimento di massa di cui sono vittime milioni di nuclei, abbiate l’ossessione di cancellare i poveri, renderli fantasmi, senza diritto di cittadinanza, che negate anche attraverso la violazione del diritto costituzionale alla residenza. 150 mila sfratti immediatamente esecutivi, di cui il 90% per morosità, 650 mila famiglie in vana attesa di una casa popolare a canone sociale di cui avrebbero diritto, 900 mila famiglie in affitto sotto il livello della povertà assoluta vengono da voi cancellate con un tratto di penna.
Abbiamo criticato i governi precedenti per l’assenza di interventi che cominciassero ad affrontare i nodi della sofferenza abitativa: il combinato disposto tra il caro affitti e la carenza di abitazioni a canone sociale. Abbiamo contestato l’inadeguatezza di una politica sociale incentrata sui bonus, interventi a valle (sempre insufficienti) che lasciano inalterate le contraddizioni.
Avevamo chiesto minime misure, di avvio di una politica strutturale: un finanziamento per i comuni per acquisire il patrimonio libero degli enti per destinarli al passaggio da casa a casa per le famiglie sotto sfratto; mettere in assegnazione i 50 mila alloggi di edilizia residenziale pubblica oggi colpevolmente vuoti, per consentire un primo scorrimento di graduatorie bloccate da anni. Contro il caro affitti avevamo chiesto di cominciare, eliminando la cedolare secca sul libero mercato, che rappresenta un privilegio alla rendita immobiliare: oltre 1 miliardo e mezzo all’anno a vantaggio del 10% dei proprietari più ricchi.
Avevamo chiesto l’avvio di un vero Piano casa: 500 mila alloggi a canone sociale, senza consumo di suolo e con il recupero e riuso del patrimonio immobiliare vuoto e in disuso, dotando le periferie urbane di servizi e socialità e ripopolando i centri storici di residenza popolare.
Non eravate lei, e il partito di cui è il leader, i presunti campioni del sistema delle autonomie? C’era già un pesante equivoco su questo versante. Il progetto della cosiddetta autonomia differenziata, di cui siete alfieri, spezza l’uniformità delle prestazioni e dei servizi nel paese. Già sulle politiche abitative, abbiamo assistito in questi anni a questo processo di deregolamentazione, accompagnato a una mancata definizione delle prestazioni da garantire in tutto il territorio nazionale, tradotto in una sostanziale assenza di politiche pubbliche nazionali.
Con la legge di bilancio, non cancellate dall’agenda politica solo i ceti più deboli: lasciate soli comuni e regioni, togliendogli dalle mani anche il piccolo ombrellino di protezione dei fondi sociali, contro il diluvio degli sfratti che tende a trasformarsi in tempesta a causa dell’aumento dell’inflazione che pesa di più sui ceti popolari e dell’impennata delle spese per le utenze domestiche, senza che rendita, speculazione e extraprofitti vengano toccati.
Non ci rassegniamo. Rilanciamo una grande mobilitazione generale e generalizzata: i temi del diritto all’abitare debbano esser pienamente dentro la piattaforma contro le disuguaglianze, mai cresciute così tanto. Siamo a chiederle, anche attraverso questa lettera aperta, un incontro urgentissimo: questa legge di bilancio va cambiata, anche sul tema della casa.
*Segretario Unione inquilini
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