Italia
Lettera di Giuliano Giuliani a Mattarella. E il poliziotto «torturatore» chiede scusa
Il padre di Carlo, ucciso durante il G8, scrive al presidente della Repubblica: «Parole insopportabili di cui risponda lo Stato» Da orgoglioso «torturatore» che nella scuola Diaz rientrerebbe «mille volte», a super pentito che non sa darsi pace, nel giro di qualche ora, dopo una breve parentesi da incompreso e […]
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Il padre di Carlo, ucciso durante il G8, scrive al presidente della Repubblica: «Parole insopportabili di cui risponda lo Stato» Da orgoglioso «torturatore» che nella scuola Diaz rientrerebbe «mille volte», a super pentito che non sa darsi pace, nel giro di qualche ora, dopo una breve parentesi da incompreso e […]
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 16 aprile 2015
Da orgoglioso «torturatore» che nella scuola Diaz rientrerebbe «mille volte», a super pentito che non sa darsi pace, nel giro di qualche ora, dopo una breve parentesi da incompreso e vittima di «strumentalizzazioni». Fabio Tortosa, il poliziotto del Nucleo Celere che ha ribattezzato «azione ineccepibile» la «macelleria messicana» che è costata all’Italia la condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, deve aver capito che potrebbe diventare il solo capro espiatorio che paga per tutti i suoi «fratelli», con buona pace dello spirito cameratesco del reparto. «Su Carlo Giuliano ho sbagliato, è la cosa di cui più mi rimprovero...