A Centocelle la lotta per riaprire e dare senso alla scuola
Lettere La storia dell’Istituto comprensivo di via dei Sesami a Roma
La storia dell’Istituto comprensivo di via dei Sesami a Roma
Centocelle, istituto comprensivo di Via dei Sesami, un plesso di scuole
dell’infanzia ed elementare e due plessi di scuola media: 1000 ragazzi e
ragazze che dal 19 novembre si sono visti chiudere la scuola.
Inizialmente per 3 giorni per sanificazione, poi senza nessun preavviso
e senza nessuna spiegazione prolungamento della sospensione disposta di
settimana in settimana.
Noi genitori siamo sconcertati. Abbiamo accolto con rassegnata fiducia
la chiusura per sanificazione; siamo rimasti perplessi dalla notizia del
primo prolungamento fino al 27 novembre e soprattutto dal caos e dalla
mancanza di ogni tipo di informazione (l’avviso è arrivato la sera del
23 novembre, i nostri figli erano già pronti ad andare a scuola la
mattina successiva); e siamo scesi in campo con decisione quando nella
giornata del 27 novembre un’ulteriore circolare ha annunciato la
chiusura fino all’8 dicembre.
Lottiamo per il diritto all’istruzione.
Colgo l’occasione per ripercorrere brevemente la nostra storia nei primi
tumultuosi mesi di questo anno scolastico.
Nella scuola dei nostri figli, l’IC Via dei Sesami di Roma, dall’inizio
dell’anno abbiamo organizzando e svolto 3 partecipate assemblee dei
genitori (le prime due a ottobre in presenza, con attiva partecipazione
dei docenti, che avevamo invitato; la terza d’urgenza e telematica 3
giorni fa).
Racconto brevemente questo percorso perché penso che sia importante sia
a livello di scuola sia a livello di quartiere e di città. Si
intrecciano e valorizzano i lavori fatti in tutti i contesti:
dall’iniziativa e l’elaborazione che da anni il collettivo Ninanda (No
invalsi, No alternanza scuola-lavoro, No didattica digitale integrata)
porta avanti nel quartiere e in tutte le istanze di lotta anche a
livello nazionale, al radicamento territoriale che la Comunità Educante
della Libera Assemblea di Centocelle sta costruendo con incontri
settimanali e iniziative in piazza; dal lavoro minoritario e testardo
con cui negli anni passati abbiamo cercato di mantenere in piedi una
rete di contatti dentro la scuola, all’impegno corale dei genitori negli
ultimi mesi.
Dall’inizio di settembre (già prima dell’inizio della scuola) tra
genitori abbiamo cominciato a discutere sulla scuola che si prefigurava
per quest’anno; all’inizio sul fatto che dalla scuola non arrivava
nessuna informazione, poi condividendo la necessità di coordinamento non
solo tra genitori, non solo anche con i docenti, ma anche a livello di
quartiere.
Dall’incontro e dal confronto tra di noi sono emersi capillarmente molti
problemi (e abbiamo individuato molte responsabilità): innanzitutto i
gravissimi problemi di organico e conseguentemente anche di orario e
limitazione del diritto allo studio; poi una infinita lista di problemi
strutturali dovuti alla mancanza di manutenzione ordinaria e
straordinaria; intrecciati a tutto questo un impoverimento della qualità
della didattica e un’aggressione alla vivibilità e al ruolo della scuola
(niente ginnastica, nessuna ricreazione degna di questo nome, panico che
spesso fa perdere di vista il senso stesso della scuola); infine anche
una gestione antidemocratica e non trasparente di tutto quello che
riguarda la vita collegiale, la comunicazione e la partecipazione.
Abbiamo lottato per la convocazione delle assemblee di classe prima
delle elezioni dei rappresentanti dei genitori nei consigli di classe.
Abbiamo lottato per l’organico.
Stiamo lottando con il dirigente, il municipio e il comune perché
riparino tutto quello che c’è da riparare (finestre, bagni, cancelli,
cortile, strade di accesso alla scuola).
Stiamo lottando per ridare senso alla scuola: che deve essere di
qualità, libera, ricca, esperienza collettiva per tutte e tutti.
NESSUNA/O ESCLUSA/O.
Abbiamo dovuto sostituirci alla scuola nel richiedere l’intervento della
ASL per i provvedimenti di quarantena in caso di persone positive in una
classe e per la predisposizione dei tamponi nella scuola.
Abbiamo lottato senza successo per una gestione democratica delle
elezioni di un rappresentante dei genitori nel consiglio di istituto
(mentre gli attuale rappresentanti dei genitori latitano), chiedendo
invano la pubblicazione di informazioni e materiale elettorale sul sito
della scuola (come previsto dalla normativa vigente e dalle stesse
circolari del dirigente scolastico), scontrandoci con un silenzio
assordante, letteralmente ignorati dal dirigente scolastico, mentre una
maestra referente covid utilizzava i canali di comunicazione con i
genitori per fare campagna elettorale per una lista di genitori
evidentemente più gradita al potere della scuola. Le elezioni sono in
corso oggi e domani, dentro una scuola deserta. Conosceremo presto i
risultati.
E ora stiamo lottando per ottenere la riapertura della scuola, come
spieghiamo nella lettera allegata. Una lettera che ha raccolto 133 firme
e l’adesione di genitori di quasi tutte le classi, in dieci ore nella
giornata di sabato, con la scuola chiusa da 10 giorni, la fatica anche
solo di organizzarsi per andare a lavorare, e la conseguente difficoltà
di mantenere contatti significativi.
Lottiamo per una scuola pubblica che sia libera, vicina e inclusiva,
aperta, laica e di qualità per tutte e tutti.