Lettere

A Riace una bella storia

Lettere A Riace, paese dell’accoglienza, nel pomeriggio del 30 dicembre 2016, penso, come sicuramente tanti altri, che sia stato scritto un bel capitolo, da aggiungere in quel libro di una storia […]

Pubblicato quasi 8 anni fa

A Riace, paese dell’accoglienza, nel pomeriggio del 30 dicembre 2016, penso, come sicuramente tanti altri, che sia stato scritto un bel capitolo, da aggiungere in quel libro di una storia di integrazione cominciata tanti anni fa, ma, ritengo che sia stato dato anche un bell’esempio di vera e sana politica.

Oltre allo scenario multietnico che caratterizza il bel contesto della cittadina, in quel pomeriggio si poteva assaporare un clima di fratellanza, ci si sentiva accomunati da un sentimento di pace, solidarietà e uguaglianza.

Da tutta la Calabria e anche oltre, sono convenuti per esprimere al ‘compagno sindaco’ Mimmo Lucano un riconoscimento ma soprattutto per offrire un sostegno e invitarlo a ritirare le dimissioni che egli stesso aveva messo nelle mani del consiglio comunale cui, tutti i consiglieri, responsabilmente, dopo una lunga e proficua discussione hanno rigettato rinnovando piena fiducia al primo cittadino. Una esortazione di massa, insomma, a non mollare, a non farsi condizionare dagli schizzi di fango piovutigli addosso, lanciati da quella macchina mostruosa della diffamazione che viene azionata e brandita come un pesante maglio e con modi che rispondono ai dettami di un liberismo becero che quasi sempre si coniuga con affarismo.

Palate di fango per calunniare e screditare chi, col proprio operato rischia di impallare questo sistema politico, in Italia collaudatissimo, ma ormai marcio, che ha visto e vorrebbe ancora vedere fallire progetti di libertà e democrazia che si contrappongono a fascismo e razzismo, per mantenere o ripristinare, così, vecchi metodi di amministrare e gestire la cosa pubblica, che poggiano su clientelismo e corruzione, tanto cari ancora a molti amministratori e dirigenti pubblici italiani, ma che a Riace, un folle sognatore e vecchio idealista insieme alla maggioranza dei suoi cittadini è riuscito a evitare o probabilmente anche sconfiggere, proponendo un modello politico a ‘misura d’uomo’. A Riace, come da tanto tempo non succedeva, in una piazza gremita e con un’aria gelida per il clima invernale si avvertiva un calore rassicurante e avvolgente.

Ancora di più ascoltando, tramite uno schermo, i vari interventi e le varie testimonianze dei rappresentanti dell’associazionismo e delle istituzioni politiche e sindacali, e soprattutto apprezzando le lucide riflessioni dei vari Lavorato, Ammendolia, Perna, Barillà, Lanzetta, Speranza ecc… A Riace, in quel pomeriggio, si è sentita nuovamente la fragranza di valori e ideali che suscitano emozioni che a molti di noi non sono nuove.

Si è avvertito profumo di Sinistra, quella vera, fatta di gente comune, umile e dignitosa, di giovani e donne anche delle istituzioni, ma che non sta nei salotti, non “babbija”, ma scende nelle piazze, si confronta e usa, se possibile, il potere per prendersi cura dei più deboli, degli indifesi, escogita formule di integrazione sociale e di economia sostenibile, difende l’ambiente e, rifacendoci a un concetto marxista, fa tornare al centro l’uomo, con i suoi bisogni la sua dignità, i suoi desideri e le sue legittime aspirazioni.

“Il vincitore è un sognatore che non si è mai arreso” diceva il grande Mandela.

Riace e il suo sindaco Mimmo Lucano sono la dimostrazione vivente che un altro mondo è davvero possibile, e ognuno di noi ha il diritto di sognare e il dovere morale di impegnarsi, affinché lo si possa realizzare.

Pasquale Aiello, Placanica RC