Abbiamo tutti il diritto alla vita. Nessuno può arrogarsi il potere di violarlo
Lettere 1.Gli inammissibili 1.L’Agorà degli Abitanti della Terra ha sempre contestato la legittimità dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), un’organizzazione separata e indipendente dall’ONU, per decidere le regole mondiali nel […]
- 1.Gli inammissibili
1.L’Agorà degli Abitanti della Terra ha sempre contestato la legittimità dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), un’organizzazione separata e indipendente dall’ONU, per decidere le regole mondiali nel campo della salute, al posto dell’ONU e, in particolare, dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità, un’agenzia specializzata dell’ONU). La WT0 è il luogo dove regnano le regole del commercio imposte dalle economie più potenti del pianeta secondo gli interessi finanziari e il dominio economico e militare delle oligarchie del mondo.
Queste regole, in particolare attraverso la concessione dei brevetti, concedono a soggetti privati che perseguono obiettivi di profitto il diritto esclusivo di proprietà e di utilizzo per 20 anni delle conoscenze sugli organismi viventi (cellule, molecole, geni…). Dalla loro imposizione nel 1994, hanno impedito lo sviluppo e l’uso giusto ed equo di farmaci e vaccini contro pandemie come Ebola, influenza A (H1N1), AIDS. Milioni di persone sono morte indebitamente o hanno sofferto gravemente in termini umani e sociali, per non parlare degli altri milioni che muoiono ogni anno a causa di malattie legate alla mancanza di acqua potabile e di scarse condizioni igieniche dovute all’impoverimento. Ancora oggi, quasi la metà della popolazione mondiale non ha una copertura sanitaria di base. Nel frattempo, l’industria farmaceutica privata (occidentale soprattutto) ha solo accumulato profitti, ricchezza e potere. Inammisibile.
- 2. Denunciamo il comportamento politicamente, economicamente e socialmente irresponsabile dei dirigenti/proprietari delle compagnie che detengono i brevetti sugli organismi viventi (e sull’intelligenza artificiale). Le compagnie farmaceutiche sanno che quasi tutti i costi di ricerca e sviluppo, testi ed esperimenti, così come la produzione e la distribuzione di vaccini e altri dispositivi medici contro il Covid-19, sono stati presi in carico dal bilancio degli Stati, denaro pubblico, tra l’altro con l’acquisto anticipato pubblico garantito di miliardi di dosi.
Beh, nonostante questo,
- nessuna grande azienda farmaceutica ha risposto positivamente all’invito dell’OMS e di un numero significativo di Stati, tra cui l’UE, a condividere le conoscenze scientifiche accumulate che sono alla base dello sviluppo di terapie mediche;
- i leader dell’industria farmaceutica hanno finora bloccato qualsiasi proposta di licenza obbligatoria e di sospensione temporanea delle regole sui brevetti consentite dalle isposizioni dei trattati WTO-TRIPS (in particolare gli articoli 9 e 31). Il loro rifiuto rimane unicamente dettato dalla difesa dei loro profitti e dal loro dominio oligopolistico dei mercati;
- continuano a sostenere che sono pronti a distribuire, cioè a vendere, i vaccini
– a prezzo di mercato, agli Stati dei paesi ricchi per la loro popolazione;
– a prezzi ridotti ai governi dei paesi ricchi e alle organizzazioni filantropiche per la distribuzione alle persone nei paesi a medio reddito;
– al costo di produzione ai governi dei paesi ricchi e alle organizzazioni filantropiche per la distribuzione alle persone in 92 paesi a basso reddito
Che predatori! Inaccettabile.
- 3. Denunciamo l’attuale ipocrisia dei rappresentanti dei paesi ricchi, soprattutto dell’OCSE “occidentale” (e dei loro alleati). Hanno approvato tra il 1990 e il 1998 la brevettabilità della vita. Hanno imposto gli accordi WTO-TRIPS e, da un anno e mezzo, sostengono che il principio del diritto di proprietà intellettuale privata sulla vita è intoccabile. Predicano la sottomissione della politica sanitaria alle “leggi” del mercato e agli “imperativi” del rendimento finanziario. Non parla no più di “diritto universale alla salute” ma di “accesso equo e conveniente” agli strumenti medici (un approccio puramente commerciale).
In queste condizioni, come possono affermare che il loro obiettivo è stato e rimane quello di “non lasciare nessuno indietro” quando mantengono intatto il principio dei brevetti che costituisce una negazione strutturale del diritto alla salute e della salute come bene comun pubblico mondiale? ,D’alronde,la realtà smentisce i loro proclami.
Il fatto che gli Stati si siano praticamente assunti il finanziamento dell’intero costo dei vaccini dalla A alla Z non ha impedito loro di “salvaguardare” la proprietà privata dei vaccini da parte delle imprese titolari dei brevetti! Questo fatto illustra piuttosto la flagrante sottomissione degli Stati, dei poteri pubblici ai poteri privati. Inammissibile.
- Denunciamo anche il materialismo opportunista della maggioranza dei leader mondiali dei paesi più potenti, che ispirerà le loro scelte nella riunione dell’8-9 giugno del Consiglio generale dell’OMC-TRIPS. Hanno mostrato le loro scelte al G2O Global Health Summit a Roma il 21 maggio. Tratteranno la pandemia come un problema di gestione di un fattore inatteso , causa di una crisi sanitaria mondiale. Al di là della morte di 3,7 milioni di persone fino ad oggi, anche in seno alle loro popolazioni, ciò che conta per loro è rimettere in moto la crescita dell’economia mondiale, il PIL mondiale.
Per loro, la crescita delle disuguaglianze sociali, umane ed economiche è inevitabile. La nuova crisi del lavoro e dell’occupazione è necessaria per rigenerare, dicono, le nuove forze del lavoro. La digitalizzazione dell’economia richiede grandi investimenti in grandi infrastrutture nazionali e internazionali. Ciò che è cruciale secondo loro interessa è la rigenerazione della forza lavoro ad alto rendimento, per far ripartire la macchina economica.
A questo scopo, non parleranno nemmeno della sospensione temporanea, ma si concentreranno sull’aumento delle capacità di produzione e distribuzione dei vaccini per la popolazione dei paesi poveri senza toccare i brevetti.
- Di fronte a tale approccio, vogliamo affermare la nostra totale solidarietà con i milioni di nostri simili che non hanno ancora potuto ricevere le cure anti-Covid-19 a rischio della loro vita e salute e che non hanno le risorse finanziarie e tecnologiche per far fronte agli enormi danni economici, sociali e umani delle crisi attuali.
Pensiamo in particolare agli abitanti del Brasile e dell’India. In quest’ultimo paese, centinaia di migliaia di persone stanno morendo per mancanza di ossigeno, mentre il mondo ha speso 2.000 miliardi di $ in armamenti nel 2020 e l’India stessa è al quinto posto in termini di spese militari! Inammissibile. Pensiamo ad Haiti dove, al 2 giugno, non è stata ancora somministrata una sola dose di vaccino. La nostra solidarietà va anche al personale medico di tutte le categorie, che crede nella sanità come impegno per la vita. Queste centinaia di migliaia di persone sono in prima linea nella lotta e stanno pagando il loro impegno con la vita, mentre i detentori di brevetti e gli operatori di borsa continueranno l’8 e il 9 giugn! a proteggere i loro interessi e a pensare alle performance commerciali e ai ritorni finanziari delle loro aziende e dei loro mercati.
Infine, la nostra solidarietà va ai popoli che in questi ultimi anni hanno lottato per il loro diritto alla salute, solo con un successo parziale a causa della forte e ingiustificata opposizione delle imprese detentrici di brevetti sostenute dai loro Stati “protettori”/sottomessi. Il disprezzo per i diritti di centinaia di milioni di esseri umani deve finire.
- Siamo molto preoccupati per gli sviluppi dei prossimi anni. Ciò che ci preoccupa di più è la manifesta incapacità dei poteri di concepire e realizzare una cooperazione globale reale e sostenibile per soluzioni efficaci e giuste nell’interesse di tutti i membri della comunità globale della vita sulla Terra. Questa incapacità è stata certificata dalla Dichiarazione di Roma del vertice mondiale sulla salute del G20 tenutosi a Roma il 21 maggio (un altro vertice mondiale dei potenti per niente!).
La pandemia Covid-19 è stata, purtroppo, un terreno per nuove rivalità tra gli Stati Uniti molto aggressivi e la Cina, una potenza mondiale in ascesa. Tra gli Stati Uniti e l’UE, l’UE e la Cina, l’India e la Cina, l’UE e la Russia. Inoltre, la paura dell’apartheid globale dei “vaccini”, lungi dallo scomparire, sta crescendo.
Così, rimaniamo seriamente preoccupati dal fatto che da 29 anni le “grandi” Conferenze delle Parti (COP) su Clima e Ambiente (saremo alla 26esima COP il prossimo novembre) si tengono annualmente, con la partecipazione di decine di migliaia di persone, in rappresentanza delle potenze del mondo, senza risultati efficaci e senza una reale congiunzione e integrazione tra le politiche di lotta al disastro climatico e ambientale e la lotta per la salute e contro le pandemie. Sottolineiamo l’incoerenza delle COP (de facto, i poteri che “governano” il mondo) che non hanno mai messo in discussione la legalizzazione nel 1990 del diritto assoluto di proprietà privata (intellettuale) sugli organismi viventi. Come si può fare una politica ambientale e sanitaria a favore del diritto alla vita per tutti se i poteri pubblici danno il diritto di proprietà intellettuale privata sulla vita a soggetti che perseguono scopi lucrativi e che, come abbiamo visto, ne abusano “logicamente” senza limiti?
- * *
Il fallimento della cooperazione globale da parte dei dominanti (in questo caso, i governi, che rispondono ai dettami delle leggi del mercato, professate dai gruppi finanziari), deve spingere i cittadini a rafforzare la loro mobilitazione per fermare e porre fine ai disastri in corso.
Una delle vie da intraprendere con urgenza è l’abolizione dei brevetti sulla vita (e sull’intelligenza artificiale) insieme ad un cambio alle radici del sistema finanziario e il lancio di iniziative e la creazione di istituzioni responsabili su scala mondiale capaci di lavorare, realmente, per la salvaguardia della vita di tutti gli abitanti della Terra. Il tempo dei piccoli passi è finito. È il momento dell’audacia.
- Lavorare per la vita, i diritti universali, i beni pubblici globali (*)
Proposta 1. Salute, una responsabilità globale dell’ONU/OMS riformata/rafforzata
Qualunque sia la decisione del WTO-TRIPS dell’8-9 giugno, le questioni di salute globale devono diventare istituzionalmente responsabilità dell’OMS/ONU ed essere sottratte all’autorità del WTO, un’istituzione separata e indipendente dall’ONU. Accogliamo , quindi, con interesse ùa proposta attribuita all’UE di lavorare per l’approvazione di un nuovo patto di salute globale volto a
(*) Su questo argomento, vedi anche Citizens’ Memorandum. Per una politica di salute pubblica globale, vedi www.agora-humanité.org
rafforzare le capacità globali di monitoraggio e di soluzione alle pandemie attuali e future. A condizione che l’organismo incaricato di attuare il patto sia parte integrante di un’ONU con maggiori poteri e competenze e di un’OMS liberata dal’influenza dei lobbiens delle grandi multinazionali farmaceutiche e chimiche.
Proposta 2. Abolizione dei brevetti sulla vita (e sull’intelligenza artificiale). Il diritto alla vita è più importante dei profitti.
L’abolizione è fondamentale per porre fine a una storia trentennale di annientamento dei diritti umani e della res publica mondiale e, così facendo, porre le basi per una nuova storia di convivenza pacifica nella giustizia e nella solidarietà reciproca e nella condivisione della conoscenza. Naturalmente, è anche necessario imporre, allo stesso tempo, la messa in comune degli ingredienti necessari alla produzione dei medicinali, in particolare dei vaccini.
Per procedere all’abolizione non dobbiamo aspettare l’approvazione del nuovo patto globale per la salute. Il principio di base è lì: è il diritto universale alla vita ( e non l “accesso equo e a prezzo abbordabile” ai medicinali/vaccini).
Proposta 3. Riportare le attività di R&S nel dominio pubblico e lanciare un “Patto mondiale sulla Scienza per la vita e la Sicurezza di tutti i popoli della Terra”.
Le attività di ricerca e sviluppo (R&S) di fondamentale importanza per la vita devono essere riportate nel dominio pubblico. Questo include il sistema universitario e i laboratori di ricerca degli ospedali universitari e simili.
Più integralmente, c’è un bisogno urgente di progettare e implementare un “Patto mondiale sulla scienza per la vita e la sicurezza per tutti i popoli della Terra”. In questo contesto, è prioritario considerare la creazione di una World Health House (WHH), un vero e proprio spazio aperto comune permanente – una torre-rete di di controllo diffusa e di scambi e proposte – per la promozione di programmi e d’iniziative comuni al servizio della politica sanitaria globale (d vedi le proposte 1 e 2).
La conoscenza non può essere mantenuta in uno stato di asservimento all’obiettivo della cosiddetta sicurezza “nazionale” degli Stati più forti e all’obiettivo della sicurezza degli interessi e del potere dei gruppi economici più potenti.
Proposta 4. La politica sanitaria è una politica dei beni comuni pubblici. Il sistema finanziario (e fiscale) deve essere riorientato e ristrutturato. La “transizione finanziaria e fiscale” é essenziale.
La salute deve essere considerata per legge come un bene comune pubblico della comunità globale della vita sulla Terra, un “patrimonio” inalienabile sotto la responsabilità collettiva dell’umanità. Le attività, le infrastrutture, gli strumenti e i trattamenti medici e i servizi sanitari sono beni/servizi comuni pubblici, non soggetti a rivalità e funzionanti al di fuori della logica del mercato e liberi dagli imperativi di rendimento finanziario.
I popoli chiedono “salute per e dai cittadini”. Vogliono vaccini per la gente, non vaccini per i profitti. Vogliono sistemi sanitari decentralizzati, ancorati nei territori.Rifiutano di essere trattati, come avviene oggi, come terminali di occupazione dei letti e di consumo di farmaci e macchine nel quadro di gigantesche strutture di gestione dei malati! Il sistema della salute non consiste solamente nella cura degli infermi.
Pertanto, i settori dell’industria farmaceutica per la vita e i sistemi sanitari (locali, nazionali, internazionali e globali) devono essere governati e finanziati sotto la responsabilità di autorità e istituzioni pubbliche democratiche e solidali.
Al centro dei necessari processi di cambiamento strutturale c’è la definizione e la strutturazione di un nuovo sistema finanziario (e fiscale) mondiale orchestrato per sostenere nei prossimi anni, tra le altre cose:
- a) la conversione dell’industria farmaceutica privata in un’industria pubblica a livello locale, nazionale, regionale e globale; e
- b) l’integrazione di tutte le attività essenziali del servizio sanitario in sistemi sanitari pubblici che siano unici ad ogni livello territoriale (il che non esclude, ovviamente, il rispetto delle specificità sociali, culturali e storiche dei diversi “terrotori”), cooperativi (basati sulla cooperazione, il mutualismo e la solidarietà secondo i principi di una vera economia sociale e solidale) e universali (cioè rispondenti agli stessi obiettivi di copertura sanitaria fissati dagli organismi/istituzioni mondiali competenti) ( vedi proposta 1)
Per riorientare e ristrutturare il sistema fina)nziario (e fiscale), si propone di iniziare mettendo fuori legge le attività finanziarie speculative e predatorie. Una forte “transizione finanziaria e fiscale” deve essere guidata da
- a) la messa al bando dei paradisi fiscali, la crescente armonizzazione fiscale su scala mondiale, l’istituzione di tasse internazionali sulle transazioni finanziarie e sui profitti (evasione fiscale) delle grandi multinazionali, l’abolizione del segreto bancario (nel quadro di un effettivo rafforzamento della lotta contro la criminalità finanziaria delle banche, in particolare per quanto riguarda il traffico illegale di droga, armi…);
- b) la ripresa da parte dei poteri pubblici dei poteri di decisione e di controllo in materia monetaria, in opposizione all’attuale mercificazione e privatizzazione delle monete e delle attività di risparmio e investimento;
- c) una drastica riduzione delle spese militari, rispettando l’applicazione del trattato che vieta le armi nucleari, ratificato l’anno scorso.-
Proposta 5. Creazione di un Consiglio di sicurezza dei cittadini per i beni comuni pubblici mondiali (BCPM)
La realizzazione dei diritti umani universali e dei diritti della natura alla vita è strettamente legata alla sicurezza della vita collettiva per tutti gli abitanti della Terra. Durante questi lunghi mesi di pandemia, è stato ripetuto spesso, anche se non è stato rispettato da coloro che lo hanno affermato: nessuno si salva finché non si salvano tutti. Un punto è chiaro a questo proposito. Non ci può essere una sicurezza comune e collettiva efficace senza la salvaguardia dei beni comuni pubblici mondiali (BCPM) essenziali alla vita e in assenza della la loro disponibilità per tutti senza discriminazione ed esclusione.
A tal fine, la partecipazione dei cittadini e dei popoli è di fondamentale importanza.
I beni comuni pubblici mondial! (BCPM) essenziali alla vita non sono legioni: acqua, aria, energia solare, terra, semi, salute, conoscenza, educazione, cultura.
La missione del Consiglio dei Cittadini per la Sicurezza dei Beni Comuni Pubblici Mondiali è triplice: allertare e preservare; proporre iniziative legislative riguardanti le regole; controllare e sanzionare.
Conclusione
Una politica sanitaria a favore del diritto universale alla vita per tutta la popolazione mondiale, con giustizia e dignità per tutti, non è solo una questione di strategia farmaceutica e di digitalizzazione dei servizi sanitari. Inoltre, non può essere realizzata nel quadro delle “leggi” del mercato, che sono necessariamente oligopolistiche, e di un sistema finanziario e fiscale al servizio degli interessi privati delle oligarchie globali.
I cambiamenti da apportare sono notevoli e saranno fortemente contrastati dalle forze del sistema vigente, ma la forza delle proposte qui presentate sta nella loro capacità utopica di costruire futuri che rispondano meglio ai diritti e alle aspirazioni dei popoli e degli abitanti della Terra.
Anche se timida e strettamente limitata, la recente decisione dei membri del G7, il 4 giugno, di imporre una tassa minima del 15% sui profitti delle multinazionali nei paesi in cui vengono prodotti, conferma che si possono fare cambiamenti al sistema finanziario e fiscale sotto una forte pressione politica, sociale e morale dei cittadini.
*Agorà degi Abitanti della Terra, Riccardo Petrella, Presidente