Lettere

Cara Norma, «i nostri leader non guardano oltre i loro egoismi»

Lettere Cara Norma Rangeri, finalmente ho trovato il manifesto in una edicola di Sassari dove mi sono trasferita due anni fa. Durante questo periodo vi ho letto solo via internet ma […]

Pubblicato più di 6 anni fa

Cara Norma Rangeri,

finalmente ho trovato il manifesto in una edicola di Sassari dove mi sono trasferita due anni fa. Durante questo periodo vi ho letto solo via internet ma ero infelice perché, diciamolo, è un’altra cosa avere in mano il cartaceo.
Grazie per questo tentativo. L’edicolante mi ha detto che proverete per un paio di mesi e poi…si vedrà!!!

La mia storia è comune a migliaia e migliaia di persone che dopo tanti anni di passione politica si sono sentite ‘smarrite’. Il mio smarrimento personale è arrivato con Renzi. Arrivato lui ho smesso con la tessera annuale del Pd.

Quando Roberto Speranza ha fatto il grande gesto di dimettersi da capogruppo mi sono detta «bene, qualcosa si muove» e sono stata in attesa anche se non sapevo di che cosa! Arrivo ai giorni nostri…

Quando è nato Art.1 e poi Liberi e Uguali, vedevo un po’ di luce ma questa luce non brilla proprio, cara Norma, sai perché, a mio modestissimo parere? C’è stato l’errore madornale di eleggere per acclamazione Pietro Grasso come capo politico. Con tutto il rispetto per la sua storia personale, ritengo non sia la persona adatta a condurre questa nuova formazione politica alla crescita che in molti avremmo voluto. Mi chiedo, Speranza si è dato molto da fare per questo cambiamento, non si è risparmiato per nulla e ora mi sembra messo in un cantuccio, perché?

Secondo te, durante la campagna elettorale, Grasso ha avuto parole di passione che scuotessero cuori come il mio? Non c’era storia e la nascita molto recente del movimento certo non poteva aiutare, ma, diamine…. nessuno da quelle parti si rendeva conto dell’errore madornale che si stava compiendo?

Il 4 marzo ho votato con rabbia sapendo che quel mio voto non sarebbe servito a niente. Arrabbiata con i vari Montanari, Civati e compagnia bella che si guardavano solo la punta delle scarpe. Dovevano guardare più in alto, oltre i loro stupidi egoismi solo per avere un punto in più del vicino ‘di pensiero’.

Perdonami, cara Norma, è solo uno sfogo….non ne posso più per come è ridotto questo Paese. Un abbraccio.

Claudia Idini

La risposta di Norma Rangeri

Cara Claudia,

sono cresciuta con il pane ma sono diventata adulta con i giornali. Perciò sono felice di leggere che anche per te «è un’altra cosa avere in mano il cartaceo».

E molte lettrici e lettori della tua terra sembrano condividere la tua scelta. Se saranno, se sarete così tanti, forse il nostro esperimento potrà diventare costante.

Sulle delusioni politiche hai ragione. Ma non riesco a capire perché a sinistra – compresa quella moderata di stampo ex Pci – la vocazione a farsi del male sia costante. Probabilmente la causa principale è l’autoreferenzialità, sostenuta dalla convinzione di essere nel giusto, mentre tutti gli altri sbaglierebbero. Personalmente non ho mai capito da dove viene questo sentirsi al centro del mondo, questo credere di avere sempre e comunque ragione. Purtroppo invece i politici che tu nomini – anche perché uomini – sono convinti di essere i migliori, e non sanno guardare, come tu scrivi, «oltre i loro strepitosi egoismi solo per avere un punto in più del vicino di pensiero».

In politica d’altra parte oggi trionfa il narcisismo, in Italia e nel mondo, a destra come a sinistra. Ma al narcisismo di destra non si risponde con altre individualità, piuttosto con una pluralità di teste, di idee, di comportamenti. E un anticorpo formidabile sarebbe fare largo alle donne. Non lo dico per una sorta di femminismo vintage, ma semplicemente perché non sono portatrici di questa visione ombelicale maschile.

Se vogliamo una vera nuova forte sinistra dobbiamo lasciare emergere le donne perché si è di sinistra non solo se si affermano valori diversi e universalistici ma se si è in grado di smarcarsi dai «modelli» politici dominanti.

Bisogna proporre gruppi dirigenti nuovi e soprattutto collettivi, nei quali le donne non siano la foglia di fico. Basta con i segretari di partito che ormai sono un nefasto alimento del populismo.

(norma rangeri)