C’è vita a sinistra, avanti tutta «con juicio»
Lettere Caro manifesto, riferendomi alla traccia di Rangeri (ometto i temi su cui concordo), propongo qualche scheggia volutamente non elaborata, per «associazioni mentali». Condividendo l’appello di Panagopoulos – Revelli sull’emergenza democratico-costituzionale […]
Caro manifesto, riferendomi alla traccia di Rangeri (ometto i temi su cui concordo), propongo qualche scheggia volutamente non elaborata, per «associazioni mentali». Condividendo l’appello di Panagopoulos – Revelli sull’emergenza democratico-costituzionale (fare subito) e sulla necessità di una risposta massimamente aperta a una platea ampia, che coinvolga soprattutto gli altri – pongo alcuni interrogativi assertivi:
a) Ha senso recintare col termine «sinistra» il mondo con cui vogliamo interloquire ? Credo – anche al riguardo di un serrato dialogo coi cristiani sul comune tracciato dell’enciclica di papa Francesco circa la cura della casa comune – che la nostra debba essere un’alleanza per l’alternativa, che s’innerva e radica nei valori costituzionali (eguaglianza, giustizia sociale, solidarietà includente, nonviolenza) che guarda ad un orizzonte fatto di cooperazione, mutualità, azione comunitaria, che vanno certamente sistematizzati ma prima ancora tutelati.
b) recependo il fattore «temporalità» (Bevilacqua), ma anche il principio precauzionale di «lenta impazienza», mi pare che il modo d’impostare il «percorso del fare» appellandosi a una costituente dalle mille diversità animata però da una comune volontà di vero cambiamento (Rangeri), non possa prescindere da una tempistica e una metabolizzazione minime, per poter partire col piede giusto. Dispiegare in modo veramente inedito, inclusivo e allargato le truppe (ancora Bevilacqua), le migliaia e migliaia di centurie che animeranno il percorso del fare antiliberista, antiausteritario, democratico-costituzionale-popolare, richiede una tempistica in controtendenza con quella del pacchetto referendario civatiano (sia detto con spirito fraterno). O si scelgono i tempi della vecchia/nuova politica o si punta su quelli celeri ma sostenibili per la costituente che vogliamo, larga e trasversale, aperta ad un radicale cambiamento (decalogo per l’alternativa di Rangeri).
c) il percorso del fare deve trovare una strategia per inter-relarsi ed interessare la generazione «cancellata» (secondo il paradigma disumano del Fmi), quella che subisce ogni giorno il furto di futuro (reato continuato). E’ nostro compito ineludibile far cessare la commissione del reato e ripristinare la legalità (la democrazia costituzionale).
d) l’alleanza per l’alternativa deve includere i popoli della Migrazione (Viale, Ovadia) in un’ottica di emergenza umanitaria, coniugata con una lettura complessa del megaconflitto globale Nord-Sud;
e) la migliore solidarietà altromondialista con Palestina e Grecia (le due sponde del mediterraneo che si guardano negli occhi, separate dal cimitero azzurro), è radicare in Italia una casamatta (e poi un bastione) di alternativa popolare europeista (e perciò, antiliberista e controausteritaria), pragmatico ma radicale, nella consapevolezza che ci tocca vivere (attrezzarci) in un’età dell’incertezza e della scarsità, ove però c’è una prateria politica per smascherare incessantemente i falsi idoli feticisti della Troika (e dei suoi vassalli nazionali, Ferrara), che soffocano le nostre libertà e calpestano i nostri diritti.
Avanti tutta, ma «con juicio»; il tempo della ricreazione politica è finito per tutti!
Andrea Pinna, Cles (Ferrara)