Contro fascismo, mafie e disuguaglianze per un’Europa dell’accoglienza
Lettere Gli anni della diffusione pandemica del virus Covid-19 hanno determinato una crisi sanitaria globale che si è immediatamente trasferita sul piano economico-sociale, politico e culturale acuendo in modo strutturale le […]
Gli anni della diffusione pandemica del virus Covid-19 hanno determinato una crisi sanitaria globale che si è immediatamente trasferita sul piano economico-sociale, politico e culturale acuendo in modo strutturale le profonde disuguaglianze già evidenti nel corpo della società contemporanea prima dell’avvento della pandemia. In questo quadro il diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione, la giustizia sociale e l’uguaglianza di genere sono stati investiti di una nuova congiuntura negativa che ha modificato in senso regressivo il loro impianto e la loro applicazione materiale nella società.
L’aumento esponenziale della povertà e della disoccupazione; la crisi dell’accesso ai sistemi scolastico-formativi; l’accelerazione dei processi di emarginazione di fasce e classi sociali sempre più ampie nonché l’accrescimento della frattura tra centro e periferie urbane, sociali, culturali hanno concorso e concorrono in modo sostanziale ad acuire la crisi del sistema di rappresentanza politica (come mostra la larga e preoccupante astensione di decine di milioni di persone dal voto e dalla partecipazione attiva alla vita pubblica del Paese) e con esso della democrazia repubblicana disegnata dalla Costituzione antifascista nata dalla Resistenza. In questo contesto la riemersione non episodica di fenomeni neo e postfascisti evidenzia non solo la gravità estrema di manifestazioni esplicitamente eversive (come l’assalto squadrista alla sede nazionale della CGIL ha mostrato – come abbiamo visto in occasione delle commemorazioni per Acca Larentia trasformatesi immancabilmente in manifestazioni apologetiche del fascismo) ma anche una pericolosa saldatura tra queste ultime e settori della società aggregatisi attorno ai cosiddetti movimenti no-vax e no-green pass.
A tanto si aggiunga la pervasività delle mafie nella crisi pandemica, la possibilità che esse hanno di reinvestire nei settori in crisi rafforzandosi in modo determinante. Il loro storico legame con l’eversione fascista, emerso anche dalle ultime inchieste. Le impellenti necessità del momento richiedono risposte politiche di chiaro segno democratico e partecipativo capaci di coinvolgere, a differenza di quanto determinatosi finora, la più ampia parte della popolazione e della società nelle scelte strategiche che sono all’ordine del giorno tanto sul piano sanitario (il diritto di tutte le persone a livello globale ad accedere ai vaccini) quanto su quello sociale (in ordine alla gestione trasparente e costituzionalmente garantita del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) quanto, infine, su quello complessivo dei diritti della persona. L’antifascismo e l’eredità costituente della Resistenza rappresentano oggi più che mai i due fattori centrali di una risposta generale sia al riemergere dei movimenti fascisti ed eversivi dell’ordine democratico sia alla crisi di sistema che attraversa la società nel suo insieme. In ragione di questa identità incompatibile con la Costituzione le organizzazioni fasciste devono essere sciolte d’urgenza dal governo – come recentemente in Francia e come ribadiamo in prossimità della Giornata della Memoria di quanto accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti –; le loro occupazioni devono essere sgomberate, senza alcuna equiparazione con chi occupa per emergenza abitativa, per morosità incolpevole, per perdita del lavoro, per supplire a servizi pubblici alla persona e ai quartieri del tutto insufficienti.
Deve inoltre adottarsi un regolamento amministrativo che impedisca a chi non si riconosce nei valori della Resistenza e nei principi fondamentali della Costituzione di poter usufruire di spazi pubblici. Porre al centro del dibattito l’antifascismo come “teoria dello Stato” (ovvero organizzazione di un nuovo patto collettivo) significa oggi attualizzarne contenuti e azione in termini di applicazione integrale della Costituzione; unità delle forze sindacali, politiche ed associative che si riconoscono nell’eredità della Resistenza; allargamento dei diritti sociali e civili; contrasto ai fenomeni di disgregazione ed impoverimento sociale e culturale; emancipazione di genere. Per queste ragioni le associazioni, i sindacati dei lavoratori ed i partiti democratici chiamano alla mobilitazione.
ANPI, AICVAS, ANED, ANEI, ANFIM, ANPC, ANPPIA, ANVRG, FIAP, Art.1, Lista civica Virginia Raggi, Movimento 5 Stelle Roma, PCI, PD Roma, Pop Idee in movimento, Possibile, PRC Roma, Progetto Enea, Roma Futura, Sinistra Civica Ecologista, Sinistra Italiana, CGIL Roma e Lazio, CISL Roma e Rieti, UIL Lazio, LINK, UDS, UDU, ARCI, Libera, Rete dei Numeri Pari, Casa Internazionale delle Donne, Circolo Gianni Bosio, Circolo Mario Mieli, UDI Roma