Contro l’autonomia differenziata l’autodifesa di 323 sindaci
Lettere Contro l’autonomia differenziata le forme di autodifesa possono essere di due tipi
Di fronte a un attacco ai diritti di una parte degli italiani – in particolare quelli che vivono al Sud – come l’autonomia differenziata, le forme di autodifesa possono essere di due tipi: sul piano formale-istituzionale e su un piano più sostanziale e politico. La prima è stata attivata dall’Anci con una nota, inviata dal presidente nazionale Antonio Decaro, che in maniera discreta e diplomatica lancia però un messaggio chiaro: niente fughe in avanti, i Comuni non possono essere trattati come mere comparse del processo di attuazione del regionalismo spinto. Ottimo, ma esiste un altro punto di vista ed è quello che tentiamo di rappresentare noi dell’Associazione dei Sindaci del Sud Italia Recovery Sud, primo esperimento di rete fra amministratori meridionali nella storia post-unitaria.
Il nostro è un movimento istituzionale formato da 323 sindaci, nato in concomitanza con l’avvio del Pnrr per fare in modo che l’occasione del Next Generation Eu rappresentasse davvero un’occasione per il superamento dei divari tra Mezzogiorno e resto d’Italia. Le cose non stanno andando così. E in un contesto storico segnato dai guasti della riforma del titolo V, che ha impoverito i Comuni indebolendone le capacità assunzionali e di investimento, il regionalismo spinto appare come il colpo di grazia al Sud. Ecco perché noi chiediamo il ritiro immediato del Ddl. Può sembrare una posizione estrema, ma è semplicemente speculare alla provocazione di un governo che, anziché intervenire sulle diseguaglianze (nella spesa pubblica pro capite, nella sanità e in tanti altri campi) si predispone a renderle strutturali e definitive.
Per queste ragioni stiamo chiedendo a tutti i sindaci, anche a quelli del Nord che hanno a cuore la coesione sociale nazionale, di venire a Napoli il 17 marzo a Napoli, dove stiamo organizzando una manifestazione in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia. Per dire che il processo di formazione unitaria non solo non si è compiuto, in quanto non si sono realizzate le necessarie condizioni di “uniformità” (e non di essenzialità) dei diritti, ma rischia di interrompersi per sempre.
*Sindaco di Acquaviva delle Fonti, Associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud