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“È ora di cittadinanza, tutti diritti a scuola!”

Lettere     Priorità alla Scuola aderisce alla Rete Nazionale per la Cittadinanza e lancia la campagna “È ora di cittadinanza, tutti diritti a scuola!”. Appuntamento mercoledì 8 giugno in tutta […]

Pubblicato più di 2 anni fa

 

 

Priorità alla Scuola aderisce alla Rete Nazionale per la Cittadinanza e lancia la campagna “È ora di cittadinanza, tutti diritti a scuola!”. Appuntamento mercoledì 8 giugno in tutta Italia: volantini e manifesti per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della riforma della legge sulla cittadinanza. Genitori, studenti e docenti mobilitati perché gli 877mila minori, nati, cresciuti e formati in Italia, ottengano la cittadinanza ben prima del diciottesimo anno di età.

Firenze, 8 giugno – Priorità alla Scuola si mobilita per sensibilizzare l’opinione pubblica: è necessaria una riforma della legge italiana sulla cittadinanza. La scuola pubblica – laica, solidale, inclusiva – è uno dei luoghi cruciali da cui far partire una battaglia di civiltà. L’iter avviato in Parlamento per il cosiddetto Ius Scholae rappresenta l’occasiona giusta per mettere radicalmente in discussione l’attuale stato delle cose.

L’avvio della campagna coincide con l’ultimo giorno di scuola nella maggioranza delle regioni italiane. Priorità alla scuola invita a distribuire i volantini, ad attaccare i manifesti con lo slogan “È ora di cittadinanza, tutti diritti a scuola!”, oppure a farsi una foto mettendoci la faccia. È il nostro contributo al movimento #italiadimmidisì e alla campagna “Dalla parte giusta della storia” perché il Parlamento approvi la riforma della cittadinanza entro la fine della legislatura.

L’Italia ha una legge sulla cittadinanza vecchia di trent’anni e incivile, perché straordinariamente restrittiva, del tutto inadeguata ai cambiamenti avvenuti nella vita del Paese, nella società e nella demografia. Per i minori nati in Italia da genitori migranti, l’acquisizione della cittadinanza è preclusa fino ai 18 anni, e il diritto è subordinato a diciotto anni di residenza ininterrotta: è un anacronismo inaccettabile, è una ferita alla democrazia e al vivere civile.

A oggi ci sono 877mila minori, nati-e e/o cresciuti-e in Italia, che frequentano la scuola pubblica ma sono privi di cittadinanza. Questo li esclude, tra le altre tante cose, anche da percorsi ed esperienze scolastiche importanti (gite di classe all’estero, scambi europei ed extraeuropei alla secondaria di secondo grado, progetti di scambio universitario). Ancora più grave è il fatto che esista una linea giuridica a differenziare compagne e compagni di banco, che esista una differenziazione di diritti nella scuola chiamata a istruire e a educare alla cittadinanza, ai principi fondamentali della Costituzione e delle carte internazionali: uguaglianza di diritti sociali, politici e civili; parità di genere; inclusione.

La comunità educante si mobilita dunque per l’approvazione di una riforma della cittadinanza che risponda alla effettiva composizione della società italiana e che ormai la maggioranza dell’opinione pubblica già caldeggia: la riforma della cittadinanza è una materia meno controversa di quanto non venga affermato. È una riforma a tutela dell’interesse dei e delle minori e a beneficio della convivenza e della salute del patto che tiene insieme la società italiana, perché laddove si negano o si frammentano o si differenziano i diritti, si gettano le basi di disuguaglianze, discriminazioni, gerarchie formali e informali.

L’attuale legge sulla cittadinanza si configura ormai come uno strumento di razzismo istituzionale che, come si sa, ha l’effetto di bloccare le dinamiche positive in atto nella società civile e di alimentare forme di razzismo e discriminazione nelle pratiche quotidiane.

La politica chiuda allora questo capitolo incivile della legislazione italiana. Accordare la cittadinanza ai minori nati, cresciuti e formati in Italia, ben prima del compimento del diciottesimo anno di età, è un’elementare misura di civiltà.

La campagna di comunicazione proseguirà. Priorità alla scuola, aderendo alla Rete Nazionale per la Cittadinanza (a oggi composta da Afroveronesi, Arising Africans, Black Lives Matter Bologna, QuestaèRoma,Festival Divercity, Dei-Futuro Antirazzista, Sonrisas Andinas, Collettivo Ujamaa, Rete degli studenti medi, Unione degli Studenti (UDS), Unione degli Universitari (UDU), Link, Rete della conoscenza, ActionAid Italia, Amnesty International, Fondazione Migrantes, Rete Saltamuri, Restiamo Umani Brescia, Volare e decine di attiviste e attivisti di nuove generazioni di tutta Italia), caldeggia una riforma basata su questi principi:
– diritto di cittadinanza per chi nasce in Italia;
– diritto di cittadinanza per chi cresce in Italia;
– diritto di cittadinanza a chi vive stabilmente in Italia;
– procedure per il conseguimento della cittadinanza più rapide.
A scuola uno studente su dieci è privo di cittadinanza e anche quest’anno scolastico si chiude senza nessuna misura concreta: ci vediamo a settembre con lo #iusscholae approvato. #Italiadimmidisì