Il lavoro gratuito a Expo
Lettere Riguardo l’articolo di Roberto Ciccarelli sui licenziamenti di Expo per ragioni di ordine pubblico, sono necessarie alcuni precisazioni per una corretta informazione: La faccenda è stata sollevata dagli avvocati di […]
Riguardo l’articolo di Roberto Ciccarelli sui licenziamenti di Expo per ragioni di ordine pubblico, sono necessarie alcuni precisazioni per una corretta informazione:
- La faccenda è stata sollevata dagli avvocati di San Precario dietro segnalazione di un lavoratore. Radio Popolare e Il Manifesto non hanno fatto che riportare quando già reso pubblico, purtroppo non segnalando sempre la fonte originaria.
- La Cgil con Lareno è stata la prima a firmare, prima nel luglio 2013 e poi l’anno successivo, accordi che hanno consentito deroghe notevoli: introduzione di lavoro non pagato mascherato da lavoro volontario e l’accettazione di regole particolari di lavoro (tra cui il divieto di fare sciopero).
Non stupirebbe che tra queste ci fosse anche la possibilità di fare indagini preassunziali sui lavoratori a scopo, ovviamente, della sicurezza di tutti.
Fa dunque un po’ specie vedere come la Cgil (a parole, perché i fatti vanno in direzione opposta) oggi denunci una situazione che lei stessa a contribuito a generare. A quando la denuncia contro il lavoro gratuito?
Grateful Dead
La risposta di Roberto Ciccarelli
Ringrazio «Grateful Dead» della precisazione. Lo/la invito anche a non trascurare il fatto che segnalazioni simili siano arrivate ai media indipendenti, oltre che agli stessi sindacati. Sul lavoro gratuito, «il manifesto» è stato sin dal 23 luglio 2013 l’unico organo di stampa nazionale a raccogliere le denunce del punto San Precario del centro sociale Fornace e della rete no Expo. E ad averne fatto l’occasione di una campagna stampa e di una riflessione politica (vedi anche il libro uscito di recente «Economia politica della promessa», ndr).
Quanto alla Cgil è pienamente responsabile delle sue contraddizioni. Saluti.
Roberto Ciccarelli