La Fondazione Basso a sostegno dei diritti e della libertà delle donne afghane
Lettere La Fondazione Lelio e Lisli Basso-onlus, dinanzi alla tragedia che rivive il popolo afghano, sostiene le iniziative di RAWA, l’Associazione indipendente delle donne dell’Afghanistan attiva dal 1977 per la tutela […]
La Fondazione Lelio e Lisli Basso-onlus, dinanzi alla tragedia che rivive il popolo afghano, sostiene le iniziative di RAWA, l’Associazione indipendente delle donne dell’Afghanistan attiva dal 1977 per la tutela dei diritti delle donne e della democrazia, oggi particolarmente impegnata a contrastare il ritorno al periodo orrendo della violazione sistematica dei diritti delle donne praticata dai talebani.
E’ importante e urgente che i democratici di tutto il mondo e particolarmente le Fondazioni e le Associazioni della società civile facciano sentire la loro voce a sostegno delle donne e delle minoranze vulnerabili dell’Afghanistan contro ogni imperialismo, militarismo, fondamentalismo, fascismo e ogni forma di potere oppressivo.
La Fondazione Basso, nel sottolineare che nessuno può sentirsi libero fino a quando le donne dell’Afghanistan non saranno libere, fa sua la presa di posizione di RAWA e aderisce alla pressante richiesta, rivolta alla Comunità internazionale, ai Governi dei paesi civili, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e agli enti regionali, di operare al fine di:
- Rifiutare di riconoscere un governo talebano, che non ha alcuna legittimità, e si fonda sulla forza brutale che terrorizza il popolo afghano, ragazze e donne in particolare.
- Interrompere tutte le forme di sostegno e finanziamento ai talebani, con particolare riferimento alla fornitura di armi e di know-how tecnologico.
- Provvedere, anche con la creazione di corridoi umanitari, ad evacuare in sicurezza dall’Afganistan i difensori dei diritti umani, i giornalisti, i dipendenti pubblici, gli atleti, le persone LGBTI+ e le donne e gli uomini che desiderano lasciare il paese per evitare violazioni di libertà e di diritti fondamentali.
- Concorrere alla organizzazione e al finanziamento dei costi del reinsediamento degli sfollati dall’Afghanistan.
- Creare un corpo indipendente di osservatori internazionali, composto da una maggioranza di donne, per monitorare la situazione dei diritti umani in Afghanistan, con particolare riferimento al rispetto dei diritti delle donne. Un eventuale futuro riconoscimento del governo talebano potrebbe intervenire soltanto all’esito del verificato rispetto dei diritti umani e della volontà maggioritaria del popolo afghano.
- Sostenere la resistenza delle donne ai talebani all’interno dell’Afghanistan, volta alla promozione e all’esercizio dei loro diritti democratici e umani, compreso il diritto all’autodeterminazione.
- Porre fine alle politiche del commercio di armi e al potere del complesso industriale militare, che trae vantaggio dalle guerre in atto in Afghanistan e in altre parti del mondo.
Per l’immediato, la Fondazione Basso chiede all’Unione Europea, al Governo italiano e alle amministrazioni comunali – in coerenza con le scelte di civiltà e di umanità della Costituzione repubblicana e della Carta dei diritti fondamentali dell’UE – di porre fine alle ottuse politiche di chiusura e di attivarsi per l’avvio dei corridoi umanitari collegati all’accoglienza dei profughi nelle città europee.
Roma, 1 settembre 2021
Franco Ippolito,
Presidente Fondazione Lelio e Lisli Basso-onlus