Lettere

La rete delle ONG internazionali richiama i candidati alle politiche al senso della responsabilità

Lettere CINI, il Coordinamento Italiano ONG Internazionali, richiama con forza l’attenzione delle segreterie dei partiti e dei candidati alle prossime elezioni su alcune priorità per il nostro Paese, che dovrebbero ben […]

Pubblicato circa 2 anni fa

CINI, il Coordinamento Italiano ONG Internazionali, richiama con forza l’attenzione delle segreterie dei partiti e dei candidati alle prossime elezioni su alcune priorità per il nostro Paese, che dovrebbero ben figurare nelle agende di tutte le forze politiche impegnate nella campagna elettorale. Si chiede che i rappresentanti della XIX  Legislatura si assumano il compito di affrontare sfide che mai il Parlamento ed il Governo si sono trovati a fronteggiare in modo così cogente e drammatico: le pandemie, i confitti anche nel cuore stesso dell’Europa, la crisi climatica, la crisi energetica e quella economica, l’aumento delle disuguaglianze in Italia e nel mondo. Questioni globali che mettono a rischio la nostra vita e quella delle generazioni future, che esigono risposte strutturali all’altezza della gravità della situazione. 

CINI auspica che nei programmi elettorali siano contemplati insieme agenda nazionale e scenario globale, oggi  più che mai interdipendenti. Pensare ed agire, sin da ora a lungo termine, significa gestire tematiche quali la  relazione tra sviluppo e sostenibilità, avere una visione su quale debba essere il ruolo dell’Italia in Europa e nel  mondo. Si richiamano tutte le forze politiche ad affrontare con slancio e convinzione queste sfide, ad iniziare dal  tener fede agli impegni sottoscritti dal nostro Paese in sede internazionale ed europea, come quello della  realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, raccolti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. 

Le elezioni politiche prossime giungono dopo aver attraversato un lungo periodo complesso ed imprevedibile: la pandemia provocata dal Covid-19 è stata, e ancora è, un banco di prova, per le sue conseguenze, non solamente  sul piano sanitario e sociale, ma anche economico e culturale. La crisi pandemica è l’inequivocabile  testimonianza dell’alto livello di interconnessione sul piano globale oggi esistente, ma ha anche insegnato che  una risposta è efficace se vi è un impegno comune. La calda estate di questo anno, che ha colpito il nostro Paese e molte altre aree del mondo, ha mostrato come vi sia la necessità che si prendano decisioni irrimandabili sulle le  cause e le conseguenze del cambiamento climatico. È tempo che la classe politica ascolti e risponda con serietà  alle nuove generazioni che hanno messo in evidenza gli effetti devastanti del clima e prenda in considerazione le  loro proposte sulla necessità di un cambio di rotta dei comportamenti e degli stili di vita. 

Le elezioni del 25 settembre si svolgono nel contesto di una crisi internazionale dagli scenari incerti, come è quella innescata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, alla quale il nostro Paese ha risposto con  coerenza con la posizione assunta dall’Europa. Una guerra che è stata, da parte di CINI, condannata senza esitazioni e che ha generato a sua volta altre crisi a livello globale: sulla filiera alimentare, in particolare, a danno  dei Paesi più fragili e sull’approvvigionamento energetico, dal quale dipendono tutte le economie. Questo  conflitto ha nuovamente confermato l’eccezionale ruolo svolto, sia sul campo che nell’accoglienza, da parte delle  organizzazioni della società civile italiana, fra le prime a intervenire nel contesto di guerra, anche in ragione delle relazioni solidali costruite, da tempo, con le comunità ucraine. Un ruolo che necessiterebbe di essere maggiormente sostenuto e valorizzato nell’ambito di tutte le crisi umanitarie, comprese quelle dimenticate. 

Il prossimo Parlamento ed il Governo avranno l’onore e l’onere di rappresentare l’Italia, nel garantire un  contributo che confermi il ruolo, da sempre svolto dal nostro Paese, all’interno della comunità internazionale, ancorato ai principi della nostra Costituzione e che realizzi quanto definito dalla nostra stessa legislazione: la cooperazione internazionale allo sviluppo parte integrante e qualificante della politica estera italiana. CINI attende da parte delle forze politiche un chiaro impegno in tal senso, in modo tale che si garantiscano risorse, strumenti e strutture a favore del sistema italiano di cooperazione internazionale.  

Si chiede, quindi, alle forze politiche di sottoscrivere i seguenti impegni e di inserirli nel dibattito pubblico:

  • aumentare le risorse e rafforzare le strutture per il sistema italiano della cooperazione  internazionale, rispettando gli impegni presi in sede internazionale di raggiungere entro il 2030 lo  0,70% della ricchezza del Paese destinato agli aiuti internazionali, con un obiettivo intermedio dello  0,50% entro il 2027. Una parte significativa di queste risorse dovrebbe essere dedicata ai Paesi a basso  reddito, mentre l’assistenza a rifugiati e richiedenti asilo dovrebbe essere sostenuta da risorse aggiuntive;
  • rafforzare la qualità della cooperazione italiana, assicurando un continuo impegno per la piena  applicazione dei principi dell’efficacia della cooperazione allo sviluppo, dei piani di valutazione e del  programma nazionale per la coerenza delle politiche;  
  • sviluppare una politica estera in grado di realizzare la parità di genere in tutti gli ambiti della  cooperazione e dell’azione umanitaria italiana, dando priorità alla promozione e alla realizzazione  effettiva dei diritti di donne e ragazze in maniera trasversale. È necessario che si garantiscano gli  impegni internazionali assunti dall’Italia in materia di uguaglianza di genere e diritti delle donne e delle  ragazze e che questi siano adeguatamente riflessi nella sua azione di politica estera; 
  • gestire situazioni di rischio, non solamente le crisi, investendo in sistemi di prevenzione delle  emergenze e di rafforzamento delle comunità locali per ridurre il rischio di crisi future e il loro  impatto prima che sia troppo tardi. Questi interventi devono aumentare resilienza e inclusione come  strumenti di sviluppo umano e rafforzare i sistemi sanitari, educativi, alimentari e di protezione sociale  con un’attenzione particolare alle persone con disabilità sia livello nazionale che nei paesi partner, in  un’ottica di triplo nesso umanitario/pace/sviluppo; 
  • promuovere una nuova politica esterna in materia di migrazione che superi la vocazione securitaria  e sia ancorata al rispetto e alla promozione dei diritti umani delle persone migranti. L’aiuto pubblico  allo sviluppo dovrebbe essere definitivamente svincolato dalla logica di condizionalità. Inoltre,  chiediamo che, in occasione della prossima Legge di Bilancio, non venga rifinanziato il Fondo  premialità per le politiche di rimpatrio, gestito dal MAECI e che la Legge di Bilancio 2022 aveva  sostenuto con 10 milioni di euro di aiuto pubblico allo sviluppo; 
  • supportare con investimenti significativi la lotta al cambiamento climatico e avanzare rapidamente  verso una transizione ecologica giusta, sia dal punto di vista ambientale che sociale, che non faccia  aumentare le disuguaglianze, e che veda i giovani essere protagonisti del loro futuro. Tale transizione dovrebbe essere incentivata anche nei Paesi partner della cooperazione italiana al fine di  assicurare che il loro sviluppo sia sostenibile.