La sicurezza nucleare non può essere precaria
Lettere Precari Nucleari, Clap: lettera dei precari al vicepremier ministro del lavoro e sviluppo Luigi Di Maio
*** La lettera dei lavoratori precari della Sogin S.P.A al vicepremier ministro del lavoro e sviluppo Luigi Di Maio
Egregio Ministro Di Maio,
Sogin S.p.A. è la società di Stato che si occupa del mantenimento in sicurezza e dello smantellamento delle centrali e degli impianti nucleari italiani.
A Sogin è demandato anche il compito di localizzare, progettare, realizzare e gestire il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi, indispensabile per la definitiva chiusura del ciclo nucleare italiano nel rispetto dei referendum attraverso cui milioni di italiani si sono chiaramente espressi.
In Sogin sono presenti lavoratori assunti con contratto di “somministrazione di lavoro a tempo determinato”, impiegati da molti anni e soggetti a innumerevoli proroghe e rinnovi. Tali contratti scadranno tutti il 31 ottobre 2018. In questi anni, un consistente numero dei risultati conseguiti da Sogin, spesso giustamente rivendicati al cospetto dei rappresentanti del Governo, in sedi istituzionali o in campagne di informazione pubblica, sono stati indissolubilmente legati alle competenze e alla professionalità dei lavoratori in somministrazione che, sia pure in una condizione di totale precarietà, hanno contribuito al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
In Sogin, i lavoratori precari hanno occupato da subito ruoli strategici per la sicurezza nucleare e alcuni di essi gestiscono documenti classificati dal punto di vista della segretezza ai fini della Sicurezza Nazionale. Informazioni strategiche, materiali pericolosi, infrastrutture critiche e rilevanti per la sicurezza nazionale, compresa la famigerata Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee per il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi (CNAPI), dipendono anche da lavoratori precari, meno garantiti e tutelati dei dipendenti Sogin.
Allo stato attuale, non esiste alcuna motivazione che impedisca la definitiva stabilizzazione di questi lavoratori. Una nostra recente richiesta di incontro per fare chiarezza sul futuro lavorativo dei precari non ha avuto alcun seguito e le dichiarazioni, più o meno ufficiali, che abbiamo avuto la possibilità di ascoltare non fanno altro che aumentare la confusione e diffondere informazioni non corrette. Riteniamo pertanto indispensabile rivolgerci a Lei, non riuscendo a individuare, all’interno dell’azienda, interlocutori attenti al futuro delle lavoratrici e dei lavoratori.
Riteniamo che sia giusto, nei nostri confronti e nei confronti del Paese, che i nostri contratti vengano trasformati in contratti stabili, anche in ottemperanza ai principi etici e morali che sono alla base del Decreto Dignità, la cui distorta applicazione da parte di alcune aziende rischia di costituire uno strumento per trasformarci in disoccupati, esattamente il contrario di quanto annunciato da Lei e dall’esecutivo di cui è parte. Siamo convinti che Lei abbia a cuore la continuità occupazionale di chi in questi anni ha contribuito a garantire, con dedizione e professionalità, la qualità di un servizio fondamentale e strategico, pur lavorando in condizioni di precarietà e ricoprendo ruoli che ‒ contrariamente da quanto abbiamo avuto occasione di ascoltare da parte dei vertici di Sogin ‒ nulla hanno a che vedere con l’occasionalità o con esigenze temporanee.
Sarebbe paradossale che in una fase politica come questa in cui un Governo ha rimesso al centro dell’agenda politica la Dignità occupazionale, possano verificarsi situazioni in cui i lavoratori siano costretti a difenderla in prima persona. Proprio per questo aderiremo allo sciopero indetto dai Sindacati per il 19 ottobre 2018 davanti al Ministero da Lei presieduto. Speriamo di incontrarLa lì e siamo certi che vorrà scambiare alcune idee con noi, per trovare una soluzione rapida a un problema che va avanti da molti, troppi anni. La Sicurezza Nucleare è una cosa seria, proprio come il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori. Scriviamo insieme un futuro più sicuro con la stabilizzazione di tutti i precari e le precarie del comparto nucleare.