Lettere

Lasciamo in pace Giovanni XXIII

Lettere Ci è giunta notizia che San Giovanni XXIII sarà quanto prima proclamato Patrono dell’Esercito Italiano, avendone fatto parte al tempo della Prima Guerra Mondiale. Come Presidente della sezione italiana di […]

Pubblicato circa 7 anni fa

Ci è giunta notizia che San Giovanni XXIII sarà quanto prima proclamato Patrono dell’Esercito Italiano, avendone fatto parte al tempo della Prima Guerra Mondiale. Come Presidente della sezione italiana di Pax Christi, Movimento Cattolico Internazionale per la Pace, mi sembra irrispettoso coinvolgere come Patrono delle Forze Armate colui che, da Papa, denunciò ogni guerra con l’Enciclica «Pacem in terris» e diede avvio al Concilio che, nella Costituzione «Gaudium et spes», condanna ogni guerra totale, come di fatto sono tutte le guerre di oggi.

Se questa notizia fosse vera, sollecitato da tutto il Movimento Pax Christi e anche da altre persone sensibili al tema della pace, ritengo assurdo il coinvolgimento di Giovanni XXIII, anche perchè l’Esercito di oggi, formato da militari professionisti e non più di leva, è molto diverso da quello della prima Guerra mondiale che, non lo possiamo dimenticare, fu definita da Benedetto XV «inutile strage».

È molto cambiato anche il modello di Difesa, con costi altissimi (23 miliardi di euro per il 2017) e teso a difendere gli interessi vitali ovunque minacciati o compromessi. Pensare a Giovanni XXIII come Patrono dell’Esercito lo ritengo anticonciliare anche alla luce della forte ed inequivocabile affermazione contenuta nella Pacem in Terris, «con i mezzi di distruzione oggi in uso e con le possibilità di incontro e di dialogo, ritenere che la guerra possa portare alla giustizia e alla pace è fuori dalla ragione – alienum a ratione».

È «roba da matti», per usare un’affermazione di don Tonino Bello, anch’egli Presidente di Pax Christi fino al 1993. Papa Giovanni XXIII è nel cuore di tutte le persone come il Papa Buono, il papa della Pace, e non degli eserciti.

Sono certo che questo sentire non sia solo di Pax Christi, ma di tante donne e uomini di buona volontà, a cui chiediamo di unirsi con ogni mezzo a questa dichiarazione per esprimere il proprio rammarico per una decisione che non rappresenta il «sensus fidei» di tanti credenti che hanno conosciuto Giovanni XXIII o che ne apprezzano la memoria di quella ventata profetica che ha indicato alla Chiesa nuovi sentieri di giustizia e di pace.

Giovanni Ricchiuti, Vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Presidente di Pax Christi Italia