L’Associazione per il Rinnovamento della sinistra e la questione morale
Lettere Siamo davvero sdegnati per ciò che sta accadendo sotto il profilo dell’onestà nella vita delle sinistre. Ci riferiamo sia alla vicenda delle accuse piovute sulla famiglia del deputato Soumahoro, sia […]
Siamo davvero sdegnati per ciò che sta accadendo sotto il profilo dell’onestà nella vita delle sinistre. Ci riferiamo sia alla vicenda delle accuse piovute sulla famiglia del deputato Soumahoro, sia all’incredibile sequenza di misfatti – Qatargate- cresciuta attorno ad Antonio Panzeri.
Sono due fenomeni tra loro assai diversi: l’uno nato nel cuore della disperazione sociale; l’altro attorno ad un Parlamento europeo fragile e inadeguato nelle misure di prevenzione e nei controlli, a fronte di lobby scatenate.
Non è certamente la prima volta che la devianza fa capolino nella politica, ma in tali recenti vicende è protagonista – negativamente – ciò che chiamiamo sinistra.
Torna prepotentemente di attualità, dunque, la questione morale.
L’evocazione di un rapporto strettissimo tra etica e politica fu uno dei tratti distintivi dell’opera di Enrico Berlinguer. Il compianto segretario del Partito comunista italiano è costantemente oggetto di lodi e di omaggi, mentre i suoi insegnamenti vengono spesso platealmente calpestati.
Chi decide di dedicare la vita agli ultimi, ai deboli nonché alla disperazione sociale, culturale delle persone non può in alcun modo macchiarsi di reati infamanti. Ciò che per un comune mortale costituirebbe magari una pena da scontare in Purgatorio, per coloro che scelgono la vita e gli incarichi pubblici si spalancano le porte dell’Inferno. Arriviamo a dire di più: non è lecito neppure frequentare determinati ambienti e personaggi non illuminati dalla luce e dalla trasparenza.
Non ci compete, a nostra volta, tranciare giudizi definitivi. Lasciamo alla magistratura i compiti che le competono.
Crediamo, infatti, nella rigorosa divisione dei poteri. Tuttavia, se la politica non è un rigoroso esercizio di moralità, non è nulla. Tramontate le appartenenze ideali, scelta la strada delle compatibilità capitalistiche, o l’attività pubblica è intrisa di senso etico, o diviene un mediocre mestiere.
Va detto, però, che le gravi patologie che stanno va via venendo fuori non nascono per caso.
L’abbandono di visioni strategiche, di progettualità, di spirito militante hanno deviato le forze progressiste ad abbracciare approcci moderati o subalterni all’ansia di potere. I partiti personali, la soggezione alle routine del sistema dei media hanno inferto un colpo durissimo alla credibilità della rappresenta e della stessa rappresentazione.
Le troppe derive, la disinvolta ricerca di arricchimenti, il correntismo esasperato hanno vanificato una corretta selezione dei gruppi dirigenti. Se le persone oggi non si fidano, non votano o votano altro, è indispensabile avere il coraggio di guardarsi allo specchio. Senza banalizzare o sfuggire alle responsabilità oggettive oltre che soggettive.
Ecco perché l’Associazione per il rinnovamento della sinistra intende porre con drammaticità l’urgenza di riprendere il filo della questione morale.
Prima l’etica pubblica, poi il resto. Si chieda scusa, ci si vergogni, si esca di scena.