Lettera al premier Draghi sulla riapertura delle scuole
Lettere Egregio Presidente del Consiglio, Le scriviamo in veste di semplici studenti delle scuole superiori, che hanno a cuore la questione del rientro in presenza al 100% nelle zone gialle e […]
Egregio Presidente del Consiglio,
Le scriviamo in veste di semplici studenti delle scuole superiori, che hanno a cuore la questione del rientro in presenza al 100% nelle zone gialle e arancioni deliberato dal Governo da Lei guidato.
In questo periodo, dopo aver vissuto momenti molto complessi, e dopo aver passato ore e ore delle nostre giornate davanti a uno schermo a seguire le lezioni in didattica a distanza, non potremmo che essere felici di poter tornare totalmente in presenza. Il fatto di poter rivedere i compagni, poter fare lezioni più interattive, non dover stare per ore davanti a uno schermo, non può che farci ben sperare.
Tuttavia, ci teniamo a esporLe una serie di dubbi che, da studenti, ci siamo posti. Il Governo ha deciso di riaprire tutte le scuole dal 26 aprile sulla base di un “rischio ragionato”: abbiamo perplessità circa il modo in cui questo rischio è stato ragionato.
Infatti, per quanto possa averci fatto piacere il Suo annuncio in conferenza stampa, non è stato progettato nessun piano trasporti, non vi è nessuna idea chiara su come scaglionare gli orari per organizzare gli ingressi, le uscite e lo studio, ci sono incertezze circa la sicurezza in classe, e il tracciamento di eventuali contagi all’interno della scuola.
Abbiamo visto già a settembre a cosa ha portato una mancata organizzazione. Oggi, però, abbiamo il senno, e sappiamo che possiamo non ripetere gli errori. Il rischio, infatti, è che un’imprudente valutazione possa essere dannosa per la nostra salute e per quella dei nostri cari, e, di conseguenza, possa causare molteplici situazioni di studenti che si possano trovare in quarantena per l’aumentare dei contatti. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum“, diceva Seneca.
Pertanto, chiediamo a Lei e al Governo di ripensare all’idea di farci tornare al 100%, e di rinviare la totale riapertura di 1 o 2 settimane, nella speranza di poter operare con maggiore gradualità e, soprattutto, avendo ben chiaro un piano di azione associato a questa intenzione. E chiediamo anche che vengano resi pubblici tutti i dati a disposizione del Governo circa i contagi all’interno delle scuole.
Come Lei sa bene, se il Suo Governo vuole dimostrare che tiene a noi studenti, non basta annunciare riaperture, ma bisogna anche garantire la sicurezza, affinché queste possano essere irreversibili, anche a costo di posticiparle leggermente.
Nell’auspicio che Lei possa leggere la lettera da noi inviata, le porgiamo i nostri più cordiali saluti.