Lettere

Lettera alla Senatrice Segre sui detenuti No Tav

Lettere “Gentilissima Senatrice Liliana Segre, noi donne della Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale dell’UDIPalermo, fermamente decise a custodire la nostra democrazia, che è per noi un bene estremamente […]

Pubblicato quasi 4 anni fa

“Gentilissima Senatrice Liliana Segre,

noi donne della Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale dell’UDIPalermo, fermamente decise a custodire la nostra democrazia, che è per noi un bene estremamente fragile di cui prendersi cura, rivolgiamo a Lei un accorato appello perché si adoperi nella valutazione del caso di Dana Lauriola e delle/degli attiviste/i Notav. Riteniamo intollerabile che in Italia si possano scontare pene detentive di due anni per il blocco di un quarto d’ora di un casello avvenuto in maniera pacifica e per l’uso di un megafono con il quale spiegare le ragioni della protesta, o pene ai domiciliari per aver distribuito volantini.

Riconosciamo in Lei e nella Sua storia di donna gli stessi valori e riferimenti culturali e politici che condussero molte donne e molti uomini a una partecipazione attiva alla Resistenza contro il nazifascismo e che oggi, pur nelle difficoltà e insidie del presente, spingono molte donne e uomini a non restare indifferenti davanti alle ingiustizie. Non giudichiamo degno di uno Stato democratico ridurre a una questione di ordine pubblico la protesta di un territorio, la Val di Susa, come è avvenuto nel caso di Nicoletta Dosio, insegnante in pensione di 73 anni, di Dana Lauriola e di altre/i giovani attiviste/i Notav per la partecipazione alla manifestazione tenutasi al casello di Avigliana il 3 marzo 2012.

Con queste convinzioni ci siamo appellate al Capo dello Stato, On. Sergio Mattarella, chiedendo immediata libertà per Dana e per le altre e gli altri coinvolti nel processo Notav, in quanto le risoluzioni delle autorità giudiziarie, che nonostante il propagarsi del covid-19 nelle carceri non hanno previsto misure alternative al carcere, continuano ad apparirci inspiegabili e disumane, considerata anche la sproporzione tra i reati contestati e le pene inflitte. Una sproporzione che è stata rilevata mesi or sono da Amnesty International e dall’Associazione Giuristi Democratici e in particolare da Ugo Mattei, Peppino Di Lello, Livio Pepino, Claudio Novaro.

Noi donne della Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale dell’UDIPalermo abbiamo prestato ascolto alle voci delle Mamme per la libertà di dissenso afflitte per la sorte delle loro figlie/i e di tutti le/i giovani attiviste/i, incriminate/i per avere preso parte a manifestazioni tese a rivendicare l’antifascismo, l’equità sociale e la salvaguardia dell’ambiente.

Dal 28 gennaio ci uniamo, in collegamento da Palermo, al presidio organizzato dalle Mamme ogni giovedì dinanzi al carcere delle Vallette di Torino, e a questo ponte di solidarietà pacifico e simbolico si uniscono altre organizzazioni di donne di diverse città italiane da noi sollecitate e come noi preoccupate dinanzi al venir meno nel nostro Paese di alcuni diritti elementari, quali la libertà di dissenso e di protesta. Nel contesto politico odierno, al di là della TAV, le pene detentive alle quali sono sottoposte Dana e altre/i attivisti  non solo disorientano le giovani generazioni impegnate nella salvaguardia dei territori e in lotta per un assetto sociale futuro meno ingiusto e ne mortificano le speranze di cambiamento, ma arrecano anche danno alla nostra democrazia sottraendo valore alla nostra Costituzione.

Pertanto ci appelliamo a Lei, Senatrice Liliana Segre, che ammiriamo per la fermezza e la coerenza con le quali afferma e pratica i princìpi ispirati all’amore e ai valori dettati dalla Carta costituzionale italiana, che noi tutte condividiamo, affinché la preoccupazione nostra e delle Mamme per la libertà del dissenso possa trovare ascolto, per il Suo tramite, nelle/nei rappresentanti delle Istituzioni preposte alla tutela dei diritti sanciti per ogni cittadino/a dalla Costituzione e racchiudibili nel rispetto della dignità umana, fondamento di ogni convivenza civile.