Lettera da Voghera: la «sicurezza» per raccogliere voti
Lettere Quello che è accaduto ieri sera a Voghera lascia sgomenti e preoccupati. L’assessore Massimo Adriatici con delega alla Sicurezza, Polizia Locale, Osservatorio Immigrazione ha ucciso un cittadino straniero con sofferenza […]
Quello che è accaduto ieri sera a Voghera lascia sgomenti e preoccupati. L’assessore Massimo Adriatici con delega alla Sicurezza, Polizia Locale, Osservatorio Immigrazione ha ucciso un cittadino straniero con sofferenza psichica al termine di un diverbio di fronte a un bar in Piazza Meardi.
Non conosciamo e non vogliamo intervenire sulla dinamica dell’episodio – sulla quale auspichiamo che il lavoro della magistratura chiarisca in modo completo e senza ombra di dubbio quanto avvenuto – a differenza delle dichiarazioni politiche degli esponenti del partito dell’assessore che hanno già emesso sentenze assolutorie. Provoca anche stupore che la Giunta prenda solo atto dell’autosospensione dell’ex assessore ora agli arresti domiciliari.
Quello che però vogliamo esprimere è, in primo luogo, la nostra profonda tristezza per la morte di una persona ed oltre a questo invitare tutte e tutti ad una riflessione su alcuni punti:
- non è possibile considerare normale che un rappresentante dell’amministrazione comunale giri armato per la città confondendo il proprio ruolo politico/amministrativo con quello delle forze dell’ordine;
- Voghera non è un luogo con situazioni di pericolosità che impediscano la normale convivenza o fruizione della città: non è più accettabile che venga agitata la questione “sicurezza” per raccogliere voti e consensi facili, mescolando situazioni di degrado urbano (che vanno risolte con interventi di recupero e riqualificazione) con provvedimenti inapplicabili (i cosiddetti Daspo adottati nei mesi scorsi) e già ampiamente squalificati negli anni scorsi;
- chi ha alimentato l’ossessione della “sicurezza” in tutti questi anni porta la completa responsabilità della costruzione di un clima sociale di indifferenza e intolleranza che non affronta le contraddizioni e le tante difficoltà sociali presenti in città, limitandosi ad atteggiamenti di facciata.
Chiediamo che sui punti sommariamente indicati si sviluppi un dibattito nella città che coinvolga cittadine e cittadini, associazioni e gruppi.
Antonio Corbeletti, Marcella Barbieri, Rita Campioni, Adriano Bracone, Luciana Origgi, Aurora Bonfoco, Stefano Renzi, Roberta Migliavacca, Stefania Moglia, Antonietta Bottini