No agli sfratti in pandemia
Lettere E’ davvero straordinario il Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa che incurante di una grave pandemia in corso, che vede ogni giorno ancora 18/20.000 contagiati, e oltre 400/500 morti, con […]
E’ davvero straordinario il Presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa che incurante di una grave pandemia in corso, che vede ogni giorno ancora 18/20.000 contagiati, e oltre 400/500 morti, con tutte le Regioni italiane zone rosse e arancioni, oggi a Radio Cusano ha continuato, imperterrito e impertubabile a chiedere a gran voce la ripresa degli sfratti generalizzata omettendo che la sospensione sfratti è una misura di tutela sanitaria. Quindi Spaziani Testa e la sua associazione, continuano nella crociata decontestualizzando la questione sospensione sfratti e riducendola ad un fatto di crisi economica, come un qualsiasi no convid, e di difesa strenua di una proprietà edilizia che anche in pandemia deve essere prioritaria. Chissà perché, allora, nelle crisi economiche, che negli anni scorsi a partire dal 2008 hanno colpito duramente le famiglie in Italia, non sono state disposte sospensioni degli sfratti.
Unione Inquilini ritiene che, al contrario di quello che pensa Spaziani Testa, dovremmo lavorare e impegnarci, in maniera responsabile senza esacerbare gli animi, affinché dal Governo e dal Parlamento arrivino segnali forti e concreti per sostenere: 1) un vero piano pluriennale e strutturale di edilizia residenziale pubblica a canone sociale, attraverso le risorse del Recovery Plan e le risorse dell’Unione Europea 2021-2027 in relazione al Pilastro sociale, nonché dei 970 milioni di euro ex gescal ancora inutilizzati anche se, in alcuni casi, impegnati da anni; 2) l’istituzione di commissioni comunali e/o prefettizie di graduazione degli sfratti per garantire il passaggio da casa a casa agli sfrattati che non sono in condizione per motivi economici di trovare un alloggio nel mercato; 3) la richiesta di ristori economici ed esenzione IMU ai proprietari che si sono visti a causa della pandemia lo sfratto sospeso; 4) lo snellimento delle procedure e l’immediato utilizzo dei 530 milioni ad oggi disponibili per contributo affitto e morosità incolpevole che non risultano se non in minima parte essere stati erogati.
Su una cosa concordiamo con Spaziani Testa, alle famiglie di sfrattati deve pensarci lo Stato, è esattamente quello che stiamo affermando da marzo 2020, ma non si risolve con la liberalizzazione degli sfratti in pandemia. Se vogliamo risolvere strutturalmente la questione sfratti si deve intervenire dotando i comuni di più case popolari e riducendo gli affitti, perché appare poco credibile a fronte di un milione di persone in più rispetto allo scorso anno in povertà assoluta, e del 90% di sentenze per morosità, pensare che in Italia non ci sia un problema di caro affitti e della loro insostenibilità per le famiglie oggi disponibili all’affitto.
L’autore è segretario nazionale Unione Inquilini