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“Non come prima”. Servono investimenti per donne e Mezzogiorno

Lettere Il 70 per cento delle risorse destinate al Sud e all’occupazione nel Recovery Plan deve essere riservato alle donne del Mezzogiorno. È questa in sintesi la richiesta di un gruppo di […]

Pubblicato più di 3 anni fa

Il 70 per cento delle risorse destinate al Sud e all’occupazione nel Recovery Plan deve essere riservato alle donne del Mezzogiorno.

È questa in sintesi la richiesta di un gruppo di donne, meridionali e non, che hanno redatto il documento “Non come prima” sulla necessità di trasformare la pandemia in una occasione per ripensare i criteri, i valori, le priorità da assumere per guidare la nostra convivenza.

Le firmatarie del documento, utilizzando il supporto di dati recenti, soprattutto ISTAT, parlano di un vero e proprio scandalo democratico. I dati, infatti, radiografano una situazione sconfortante segnata da una scolarità femminile che nella sola Regione Campania  vede quasi seicentomila donne non oltre la licenza elementare, da un incremento della povertà e dall’assenza di una adeguata infrastrutturazione sociale.  Uno scandalo che rischia di deridere sul nascere molte buone intenzioni.

Al sud il 9,3  per cento della popolazione versa in stato di povertà

Il 45% delle donne disoccupate nel nostro Paese risiede nel Mezzogiorno

Valori bassi e divari elevati nei tassi di occupazione (32,5%) rispetto al Nord (59%)

Il tasso di occupazione delle giovani diplomate tra i 25 e i 34 anni a Sud è pari al 34,5 per cento e a Nord al 68,4 per cento, per le laureate 47,4% al Sud e 77,7% al Nord

Uno scandalo che ha molte facce tutte palesemente ingiuste e insensate, tra le quali l’accesso a scuole che avviano a professioni scientifiche scoraggiato e ritenuto non adatto alle donne nonostante le smentite numerosissime.

Per tutto questo nel documento si evoca l’urgenza di soluzioni radicali. Consapevoli che intervenire sulla relazione tra donne e lavoro significa ridisegnare gran parte di tutto l’assetto della società.

Se non si ha l’ambizione di toccare le ragioni prime di una immotivata discriminazione, si ricadrà inesorabilmente in tutti gli errori del passato che a questo presente ci hanno portato. Dovranno essere le donne a giudicare in corso d’opera l’opportunità e la congruità delle azioni inaugurando anche forme di partecipazione alle scelte utili a connotarle. Le donne hanno dato e danno prova di sé anche quando dirigono lo Stato e questo è un dato dal quale è utile imparare a non prescindere.

Il documento sarà oggetto nelle prossime settimane di più confronti con quelli e quelle che, a diverso titolo partecipano ai criteri che sono seguiti nel  Recovery Plan.

La situazione del nostro Paese e in particolare quella delle regioni meridionali, non consente tempi lunghi né misure non capaci di affrontare prioritariamente le contraddizioni più rilevanti. E certamente il più rilevante freno ad un mutamento significativo è proprio la relazione fra donne e occupazione nel Sud.

Rosalba Bellomare “Mezzocielo Palermo”, Luisa Cavaliere Festinalente Castellabate, Tiziana Iaquinta Università Magna Graecia Catanzaro, Maria Liguori editrice, Giustina Orientale Caputo Università Federico Secondo Napoli, Silvia Rossi Università Federico Secondo Napoli, Paola Profeta Università Bocconi Milano,  Assunta Veneziano Arlas Napoli.