Lettere

Per il congresso mondiale per la giustizia climatica (Milano, ottobre 2023)

Lettere Un weekend di tre giorni a Milano nell’ottobre 2023, dove delegatə di movimenti possano confrontarsi e arrivare a definire strategie comuni/ a three-day weekend in Milan in October 2023, where delegates from movements can arrive at common strategie

Pubblicato quasi 2 anni fa
Foto Ap

Idee, strategie, prassi su larga scala. Appello (ITA/ENG)

Lo scopo di questo appello è convocare movimenti da ciascun continente, in un momento di confronto comune a Milano per elaborare strategie intersezionali contro il capitalismo fossile. La siccità che ha bruciato l’Europa, la Cina, il NordAmerica e alluvione che ha sommerso il Pakistan hanno reso fin troppo evidente la dimensione della minaccia mortale che stiamo affrontando nell’emergenza climatica.

La condanna emessa contro le società umane dalla crescita incontrollata non è mai stata così grande. Eppure, ad oggi, alternative sistemiche al capitalismo fossile faticano ad imporsi nei conflitti che emergono contro la dottrina neoliberista, il clericalismo suprematista e l’etnonazionalismo autoritario. Tre nefaste ideologie che sono accomunate, sempre e comunque, proprio dal negazionismo climatico.

Dal 2018 i movimenti per la giustizia climatica sono entrati in una fase globale e di massa, sopravvivendo persino al congelamento delle mobilitazioni durante la pandemia di Covid19. E questi movimenti sempre più frequentemente hanno incrociato le strade con chi manifestava per la giustizia razziale, contro la violenza della polizia, nelle mobilitazioni transfemministe e delle comunità lgbtqi+, con i movimenti decoloniali e contro le diverse espressioni di potere patriarcali e reazionarie. Ed adesso convergono con le lotte per la giustizia sociale e contro l’aumento del costo della vita di diversi paesi.

Incrociando urgenza della drammatica crisi climatica con questa lettura della traiettoria dei conflitti, vogliamo aprire uno spazio di confronto tra movimenti per la giustizia climatica esplicitamente anticapitalisti, attivistə e intellettuali da tutto il mondo e da contesti apparentemente e geograficamente distanti. Questo
momento di confronto avrà l’ambizione di definire un’agenda minima ed un orizzonte ideale comune e condiviso delle lotte ecosociali del presente nello spazio transnazionale.

La guerra dichiarata da Putin con l’invasione dell’Ucraina ha spaccato il mondo in due campi contrapposti: quello euro-americano (con Giappone, Corea, Australia,
Nuova Zelanda) da una parte e quello sino-russo dall’altro. Noi apparteniamo ad un terzo campo, quello dei movimenti antiautoritari, postcoloniali e solidali che
lottano per un mondo in cui l’estrattivismo capitalista e la competizione nazionalista siano definitivamente e irrimediabilmente consegnate alla Storia. Ci
schieriamo con anarcoautonomə, sindacalistə e Antifa in Ucraina, Bielorussia e Russia. Ci schieriamo con le vittime della guerra, in particolare le donne e i
bambini ucraini, e speriamo che il neo-zarismo di Putin venga sconfitto.

Tuttavia, disertiamo la corsa al militarismo in Occidente. Una corsa utile solo ai mercanti di morte al servizio dei petrofeudatari del capitalismo fossile. Non è
nessuna moralità nella loro prospettiva. Di fronte all’apocalisse climatica, Europa e Stati Uniti si stanno armando per difendere il loro primato di consumatori
globali della biosfera. E per farlo, aumentano i poteri repressivi delle polizie in patria mentre all’estero legittimano despoti sanguinari come Erdogan, o
supportano istituzioni politiche basate sul lavoro servile, sull’apartheid e sulla deportazione come in Medio Oriente e Nord Africa, o, ancora, si voltano dall’altra parte per ignorare guerre genocide come in Rojava o nel Tigray.

A chi, ovunque nel globo, si senta in questo “terzo campo”, il Congresso Mondiale per la Giustizia Climatica, vuole offrire risposte alle pressanti domande delle lotte
contro il capitalismo fossile e l’ecocidio per conoscersi, condividere e scambiare teorie, strumenti organizzativi e prassi in uno spazio aperto di dibattito
transnazionale. Abbiamo l’obiettivo di giungere a deliberazioni e proposte di azione comuni, di costruire alleanze, reti solidali e di supporto e mobilitazioni
transnazionali per infondere un nuovo senso di speranza e di liberazione in chi in tutto il pianeta mette a rischio la propria libertà e la propria vita per difendere gli ecosistemi ed il diritto alle città, e a coloro che agiscono contro le installazioni e le infrastrutture fossili del capitalismo globale. Per questo riteniamo essenziale e prioritario intrecciare in modo ancora più serrato le lotte per la giustizia climatica con quelle per la giustizia sociale e la sindacalizzazione del lavoro, contro gli oligopolisti e gli oligarchi, sempre più oscenamente ricchi.

Relazioni transnazionali e alleanze intersezionali per costruire un presente di giustizia climatica e liberazione collettiva, partendo dalle pratiche innanzitutto dei
movimenti transfemministi e lgbtqia+, dalle campagne sindacali radicali e antirazziste, per costruire forme di organizzazione e conflitto, stili e forme di vita
conflittuali, fino alle modalità alternative nella generazione di energia e nella produzione, distribuzione e consumo di cibo, per un accesso davvero universale al
reddito, alla salute e alla casa, all’informazione ed alla conoscenza. Un orizzonte di liberazione in un nuovo ambiente e una nuova società per tutte/i e non per pochi ricchi globo proiettati alla colonizzazione dello spazio.

Immaginiamo per questo un weekend di tre giorni a Milano nell’ottobre 2023, dove delegatə di movimenti, collettivi, sindacati, territori e spazi sociali in lotta,
nei quartieri metropolitani e nelle campagne, nelle aule e negli uffici, di ogni genere e da tutto il mondo, possano confrontarsi intorno a questi problemi per
arrivare a definire strategie comuni, attingendo all’esperienza diretta delle proteste ambientali su larga scala o delle zone autonome. Stiamo pensando a
molte sessioni parallele su uno spettro il più ampio possibile di temi e contenuti, dalla climatologia al bioregionalismo, che possano emergere in limitati momenti
comuni, deliberativi ed assembleari. Questo appello è un invito ai movimenti e a ciascuna/o a costruire, suggerire e organizzare temi, spazi e momenti di
discussione politica e teorica a Milano e ad allargare l’invito a chiunque ritengano possa arricchire il confronto e la discussione.

In lotta per la liberazione della Terra dall’avidità capitalista e dalla predazione fascista:
Amore e Rivoluzione!

Alex Foti, Milan – Penny Travlou, Athens/Edinburgh – Tadzio Mueller, Berlin – Eric Collard, Liège – Lissy Romanow, Brooklyn – Nicola Carella, Berlin/Bari – Francesca
Coin, Lugano/Milan – Gianluca Grimalda Kiel/Milan – Al Mikey, London – Bruno Montesano Rome/Turin – John Sinha, London – Giulio Fatti, Seoul/Milan –
Emanuele Leonardi, Parma – Emanuele Cozzo, Barcelona – Slim Essaker, Liège –Kaz Sakurada, Osaka – Andreas Malm, Lund – Francesca Maremonti, Berlin –
Joshua Eichen, Portland – Peppe Allegri, Rome – Nicola Villa, Milano/Rome –Lorenzo Teodonio/Romea – Federico Schirchio, Milan – Enrico Pirovano, Milano –
Jacopo Pallagrosi, Roma/Pavia – Micol Meghnagi, Roma/Dublino – Dario Bassani,Roma/Torino – Simone Caputo, Rome – Maria Chiara Franceschelli, Florence –

(per firmare l’appello, inviare un messaggio a: worldclimatejustice@proton.me)

***
World Congress for Climate Justice
ideas, strategies, large-scale experiments

The aim of this call is to bring together movements from all continents to Milan to strategize intersectionally against fossil capitalism. The drought that has scorched Europe, China, North America and the flood that has submerged Pakistan have made all too apparent the mortal threat we are collectively facing in this climate
emergency.

Never has the threat posed to human societies by unconstrained growth been greater than today. However, at the moment systemic alternatives to fossil
capitalism are struggling to emerge in the battle against neoliberal doctrine,suprematist clericalism and authoritarian ethnonationalism, all nefarious
ideological forms united by climate denialism.

Since 2018 climate justice movements have entered a new mass phase, surviving the freeze on social mobilization imposed in many regions of the world by the
pandemic, and have crossed the paths of racial justice movements against police violence in 2020, feminist and queer movements against patriarchal reaction, and
today are joining protests for social justice and against high energy prices in several countries.

Starting from the dramatic urgency and from this trajectory of conflicts, we want to open a space for discussion between explicitly anti-capitalist climate
movements, activists and intellectuals from all over the planet, with the ambition to define a common agenda and ideological horizon in the shared transnational
space of the ecosocial struggles of the present.

The war unleashed by Putin by invading Ukraine has split the world into two opposing camps: the Euro-American one (with Japan, Korea, Australia, New
Zealand) and a Sino-Russian sphere on the other. We belong to the third camp, that of anti-authoritarian, postcolonial, solidarity movements that fight for a
world where capitalist extraction and nationalist competition will become obsolete. We side with anarcho-autonomists and antifas in Ukraine, Belarus,

Russia. We side with the victims of war, especially Ukrainian women and children, and hope Putin’s neo-czarism will be defeated. However, let us desert the race for militarism in the west. A race useful only for the merchants of death in the service of the overlords of fossil capitalism. There is nothing moral about this horizon. Faced with the climatic apocalypse, Europe and the United States are arming themselves to defend their primacy as global consumers of the biosphere. And to do so, they increase oppressive police powers at home, and abroad give legitimacy to reactionary gangsters like Erdogan, and assist political systems based on slave labor, apartheid and deportation like in the Middle East and North Africa, or tolerate genocidal wars like those occurring against Rojava and Tigray.

The World Congress for Climate Justice wants to respond to the urgency of the current struggle against fossil capitalism and open a space for transnational
exchange and debate with the aim of reaching deliberations on resolutions and proposals for action for international alliances and mobilizations. Our goal is to re-
instill a sense of hope and a horizon of liberation in the manifold movements across the planet that defend ecosystems, the right to cities, and act against the
fossil installations and infrastructures of global capitalism. And to do this, we consider it essential and a priority to reconnect the struggles for climate justice
with those for social justice and labor unionization against oligopolists and oligarchs, increasingly obscenely rich. Transnational ties and intersectional
alliances to build a present of climate justice and liberation, starting from the practices of feminist and queer movements, radical labor campaigns and anti-
racist fronts, building on new practices of organization and conflict, oppositional lifestyles, modes of energy and food production and consumption, universal
access to income, health, and housing, to information and knowledge: a culture for the precarious many, not for the wealthy few.

We foresee a three-day weekend in Milan in October 2023, where delegates from movements, collectives, unions, territories and social spaces in struggle, from
neighborhoods and fields, classrooms and offices, of all genders and from all over the world, can discuss these issues and arrive at common strategies, drawing on
the experience of large-scale environmental protests and autonomous zones. We are thinking about many parallel sessions around a large array of topics from
climate science to essential workers, and few common deliberative moments, but we leave to you to suggest the subjects of discussion in Milano.

Let’s fight for the liberation of Earth from capitalist greed and fascist predation.
Love ‘n’ Revolution!

to sign the call, please send a message to: worldclimatejustice@proton.me

Alex Foti, Milan – Penny Travlou, Athens/Edinburgh – Tadzio Mueller, Berlin – Eric Collard, Liège – Lissy Romanow, Brooklyn – Nicola Carella, Berlin/Bari – Francesca Coin, Lugano/Milan – Gianluca Grimalda Kiel/Milan – Al Mikey, London – Bruno Montesano Rome/Turin – John Sinha, London – Giulio Fatti, Seoul/Milan – Emanuele Leonardi, Parma – Emanuele Cozzo, Barcelona – Slim Essaker, Liège – Kaz Sakurada, Osaka – Andreas Malm, Lund – Francesca Maremonti, Berlin – Joshua Eichen, Portland – Peppe Allegri, Rome – Nicola Villa, Milano/Rome – Lorenzo Teodonio/Romea – Federico Schirchio, Milan – Enrico Pirovano, Milano –Jacopo Pallagrosi, Roma/Pavia – Micol Meghnagi, Roma/Dublino – Dario Bassani, Roma/Torino – Simone Caputo, Rome – Maria Chiara Franceschelli, Florence – Marco Spagnuolo, Paris – Elisatron Valtolina, Milan – Ferdinando Pezzopane, Turin – Giorgio De Girolamo, Lucca/Pisa – Veronica Pecile, Zurich – Abo Di Monte,Milan – Francesco Sticchi, Oxford Brookes University – Mathias Wåg, Stockholm – Teo Colò, Milan – Marco Palma, Bologna – Sisco, La Spezia – Cedric Jonckheere, Liège – Emanuele Braga, Milan/Berlin – Alessandro Delfanti, Toronto – Marco Spagnuolo, Paris – Elisatron Valtolina, Milan – Ferdinando Pezzopane, Turin – Giorgio De Girolamo, Lucca/Pisa – Veronica Pecile, Zurich – Abo Di Monte, Milan – Francesco Sticchi, Oxford Brookes University – Mathias Wåg, Stockholm – Teo Colò, Milan – Marco Palma, Bologna – Sisco, La Spezia – Cedric Jonckheere, Liège – Emanuele Braga, Milan/Berlin – Alessandro Delfanti, Toronto –