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Pniec e Tassonomia Ue: due partite per la conversione ecologica

Lettere Partecipiamo alla mobilitazione del 12 febbraio. Nell’attuale congiuntura segnata dall'emergenza ecologica, sentiamo di dover giocare e vincere due partite tra loro collegate: quella della tassonomia UE e quella della riscrittura del […]

Pubblicato quasi 3 anni fa

Partecipiamo alla mobilitazione del 12 febbraio.

Nell’attuale congiuntura segnata dall'emergenza ecologica, sentiamo di dover giocare e vincere due partite tra loro collegate: quella della tassonomia UE e quella della riscrittura del Piano nazionale integrato economia e clima – PNIEC. Se mancasse una partecipazione forte dal basso i rapporti di forza complessivi verrebbero pregiudicati a favore di chi si ostina a mantenere il paradigma economico e sociale dominante.

Una partita che andrà a chiudersi al massimo nel luglio 2022, con un voto del Parlamento europeo preceduto da quello del Parlamento italiano.
La sfida che avrà un esito prima delle conclusioni sulla tassonomia, è già in corso e va a compimento entro Aprile: essa riguarda il PNIEC, la cui riscrittura radicale deve assumere un taglio di almeno il 55% entro il 2030 delle emissioni climalteranti, con l’obbiettivo di drastica riduzione già da adesso al 2025.

Intanto si va acutizzando il conflitto sulla tassonomia UE, che, secondo la Commissione presieduta da Ursula Von derLeyen, dovrebbe, in base all’atto delegato varato il 2 febbraio 2022, includere gas e nucleare tra le “energie sostenibili”. Il Parlamento europeo può e deve respingere l’atto del Consiglio. Il voto degli eurodeputati, in rappresentanza delle realtà locali estromesse dalle lobby del gas e dell’atomo, deve diventare l’obbiettivo di una grande, articolata e informata mobilitazione per portare alla bocciatura della proposta.

Dobbiamo collegare alla riscrittura del PNIEC e all’opposizione alla tassonomia innanzitutto le mobilitazioni locali, promuovendo la piena consapevolezza del grande sforzo necessario ad una trasformazione vera, smascherando i tentativi di greenwashing.

Il Governo italiano ha addirittura richiesto maggiori quote di emissioni di CO2 per le centrali a gas fossile e la disponibilità a una riapertura alle tematiche dell’atomo. In effetti, alla riesumazione del dossier nucleare il MITE accompagna interventi legati a 40 centrali a gas fossile per 20.000 MW di nuova potenza e a false soluzioni come il CCS.

Verso il Governo e il MITE devono rivolgersile lotte popolari da sviluppare nei territori per proporre un’autentica conversione ecologica, anche per dare effettivo seguito al rafforzamento della tutela dell’ambiente nella Costituzione. Fin qui, nell’assemblaggio incoerente di politiche di bilancio – che sono arrivate a prelevare risorse contro il caro tariffe dalle energie rinnovabili senza toccare le fonti fossili – nella insufficiente visione del PNRR e nelle incaute prese di posizione in sede europea, riscontriamo l’assenza di un progetto coerente per affrontare le sfide climatiche, fondato su un ruolo trainante degli investimenti pubblici e di un Green New Deal degno di questo nome.

Il sostegno alle comunità energetiche, accompagnato da politiche per l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico e privato, una nuova organizzazione sostenibile della mobilità, la riconversione di tutti i settori produttivi, incluso quello dei servizi pubblici e privati sono la leva fondamentale per la transizione ad un modello energetico ed economico rinnovabile che trasformi la crisi climatica in opportunità.

Il Governo, infine, oltre a ribadire in sede europea la contrarietà dell’inserimento del nucleare anche per rispetto dell’esito di due referendum, dovrà indirizzare le aziende partecipate nazionali e locali, a partire da Terna, Eni ed Enel, a rivedere le rispettive strategie aziendali nell’ottica dell’interesse nazionale e della conversione energetica complessiva.

Le due “partite”, PNIEC e tassonomia UE sono due punti essenziali della conversione ecologica. Dobbiamo fare crescere consapevolezza e lotte insieme a proposte alternative nei territori e misurare il successo delle istanze ecopacifiste di cui siamo portatori.

Per questo Sabato 12 febbraio parteciperemo alla mobilitazione nazionale contro gas e nucleare, invitando a costruire localmente, nelle varie città, insieme ad altri soggetti, una grande campagna di informazione e mobilitazione, con tende, incontri, manifestazioni creative e in stretto rapporto con lavoratrici, lavoratori studentesse e studenti.

Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci
https://www.facebook.com/referendumiovotono (pagina del Coordinamento per la democrazia costituzionale)
https://www.laudatosi-alleanza-clima-terra-giustizia-sociale (pagina fb di Laudato sì’)
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