Pubblico è meglio
Lettere Post pandemia da Covid-19 e ruolo dello Stato: semplice opera di manutenzione per sanare le crepe e le macerie delle politiche rigoriste e i danni sulla condizione sociale ed economica […]
Post pandemia da Covid-19 e ruolo dello Stato: semplice opera di manutenzione per sanare le crepe e le macerie delle politiche rigoriste e i danni sulla condizione sociale ed economica del Paese o vera ricostruzione per affermare, grazie alla “mano pubblica”, i diritti universali (lavoro, istruzione, sanità in primis), ovvero dare nuova linfa al protagonismo dello Stato per investire nell’economia dell’innovazione, in servizi di qualità e nel contrasto delle diseguaglianze? Intorno a questi interrogativi si snoda la presentazione del volume “Pubblico è meglio”, edito da Donzelli editore, in programma giovedì 8 aprile, alle ore 16.00, con diretta sulla pagina Facebook della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa con la partecipazione degli autori e di rappresentanti del mondo istituzionale e accademico.
Dopo l’introduzione di Roberta Lisi, curatrice del volume insieme ad Altero Frigerio, si confrontano su “Pubblico è meglio” la sottosegretaria al Ministero dell’economia e delle finanze Maria Cecilia Guerra; i docenti dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna Andrea Roventini e Giovanni Dosi; Emanuele Felice e Laura Pennacchi, economisti. Modera la presentazione Alessandro Nuvolari, direttore dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna.
Il dibattito si concentra sulla possibilità di un nuovo intervento pubblico che oggi, ai tempi di “Next Generation Eu”, significa spendere per costruire il futuro, a partire dai settori strategici delle infrastrutture (anche quelle immateriali), della scuola, della ricerca, della sanità, dei servizi e della pubblica amministrazione. Le conversazioni presentate in “Pubblico è meglio” affrontano i diversi “nodi” che la pandemia ha reso ancora più evidenti. La transizione ecologica e il green new deal possono essere declinati in modi opposti tra loro. Per questo motivo, la centralità del “pubblico”, dello “Stato innovatore” appaiono indispensabili per elaborare un modello di produzione, consumo e welfare basati sulla giustizia sociale, sulla redistribuzione, sull’aiuto a chi è più debole. Analoghi ragionamenti possono essere riferiti alla cultura e alla promozione turistica, all’istruzione, al riposizionamento dell’economia come ai temi dell’agricoltura e del “made in Italy”, infine sul “woman new deal” chiamato a diventare pratica quotidiana e a non restare un puro enunciato.
Link alla diretta sulla pagina Facebook della Scuola Superiore Sant’Anna