Lettere

Reddito di cittadinanza: la storia dei precari Anpal ora anche discriminati

Lettere I lavoratori precari storici dell’Agenzia Nazionale delle politich attive del lavoro (Anpal) scrivono alla neo-ministra del lavoro Nunzia Catalfo (Cinque Stelle). La “fase due” del “reddito di cittadinanza” è partita, ma loro sono ancora precari. Il decreto imprese ne stabilizzerà 400 su 654. 

Pubblicato circa 5 anni fa

I lavoratori precari storici dell’Agenzia Nazionale delle politich attive del lavoro (Anpal) scrivono alla neo-ministra del lavoro Nunzia Catalfo (Cinque Stelle). La “fase due” del “reddito di cittadinanza” è partita, ma loro sono ancora precari. Il decreto imprese ne stabilizzerà 400 su 654. 

Fase due del Reddito di Cittadinanza: stabilizzazione subito degli operatori di Anpal Servizi!

Egregia Ministra del lavoro Nunzia Catalfo,

siamo i precari di Anpal Servizi che hanno animato nell’ultimo anno una determinata mobilitazione per le stabilizzazioni di 654 lavoratori.

Durante i lavori dell’Indagine conoscitiva sul funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego in Italia e all’estero, una nostra delegazione è stata da Lei ricevuta presso la Commissione Lavoro del Senato.

Già durante quel positivo incontro abbiamo avuto l’occasione di confrontarci sull’importanza di dotare Anpal Servizi di una pianta organica stabile, valorizzando l’esperienza decennale e le competenze strategiche messe a disposizione quotidianamente dagli operatori precari nelle attività di assistenza tecnica alle Regioni, al Ministero del Lavoro, ai Centri per l’Impiego e al sistema formativo.

Vista la Sua esperienza professionale nei servizi per il lavoro, sa benissimo che un sistema basato sulla precarietà dei diritti degli operatori non può che produrre precarietà dei servizi per gli utenti. Servizi non qualificati e sottodimensionati che non sono in grado di dare risposte a disoccupazione giovanile, intermittenza contrattuale, assenza di tutele, bassi salari che caratterizzano le biografie dei beneficiari del Reddito di Cittadinanza, dei riders, dei lavoratori vittime di crisi aziendali, per citare alcuni casi emblematici. Siamo ben consapevoli che in questi lunghi anni di crisi economica ed occupazionale, l’assottigliarsi del confine tra occupazione e disoccupazione, ha amplificato la condizione precaria di milioni di soggetti.

Alla luce di una delle più importanti sfide che dovrà immediatamente affrontare con l’attuazione della fase due del Reddito di Cittadinanza, la stabilità occupazionale degli operatori ci sembra un elemento decisivo: sia per la sostenibilità organizzativa di Anpal Servizi, che per garantire diritti sociali e servizi di qualità agli utenti. Un tema su cui si sono espressi in più occasioni anche gli assessori regionali al lavoro ribadendo la necessità della nostra stabilizzazione.

La nostra intensa lotta ha portato a delle parziali aperture del Ministero del Lavoro e dell’azienda, ma il percorso è ancora colmo di enormi limiti e di incertezze nell’attuazione. Nonostante la pubblicazione il 4 settembre del Decreto “Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali” non è stato presentato dall’azienda il Piano industriale. Documento fondamentale a cui sono collegati sia la rimodulazione del Piano Operativo 2017-2021 – peraltro non ancora approvato da Anpal – che l’annunciato avvio delle stabilizzazioni. Un Piano industriale che nelle intenzioni avrebbe dovuto valorizzare il nostro patrimonio professionale come fattore di sviluppo del sistema di politiche del lavoro e di welfare. Ad oggi invece non è chiaro quale sia il nostro ruolo e in che modo possiamo supportare le nuove sfide in atto. Di una cosa siamo certi, per la struttura organizzativa di Anpal Servizi e per l’opportuna implementazione dei servizi connessi alla fase due del Reddito di Cittadinanza, è urgente dare immediata attuazione al decreto dotando fin da subito l’azienda di una pianta organica stabile. Attendere ulteriormente comporterebbe altri ritardi nell’organizzazione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive. A questi elementi non possiamo non aggiungere che il contesto di indeterminatezza in azienda riguarda anche ulteriori materie contrattuali e salariali.

Per quanto concerne le criticità è opportuno sottolineare che il piano presentato dall’A.U. Domenico Parisi nell’incontro al Ministero del Lavoro del 25 luglio prevede l’assunzione a tempo indeterminato esclusivamente di 400 su un totale di 654 operatori precari. Un fattore di discriminazione insopportabile che è fonte di enorme preoccupazione in una comunità professionale già scossa dalla mancanza di risposte da parte dell’azienda ai 27 lavoratori con contratti a tempo determinato scaduti dal luglio 2018.

Viste le premesse e gli obiettivi del Decreto Dignità speravamo di assistere alla trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato e non a veri e propri esuberi di decine di unità di personale. Un’assenza di prospettiva per decine di lavoratori con contratti scaduti o in scadenza nei prossimi mesi proprio nello stesso periodo in cui è stata attuata l’assunzione di migliaia di navigator che hanno trasformato Anpal Servizi nella società di proprietà pubblica con il maggior numero di precari d’Europa.

Noi non abbiamo mai creduto alla «guerra tra precari», la lotta che conduciamo per la nostra stabilizzazione non è mai stata in contrapposizione con i colleghi recentemente assunti. Da precari che hanno superato molteplici prove ad evidenza pubblica, ad ogni scadenza di contratto, non possiamo che augurarci si risolva il caso dei “navigator” campani, da settimane in lotta. Le responsabilità e le forzature di Anpal Servizi non possono ricadere sulle spalle dei nuovi collaboratori precari.

Auspichiamo che la Sua azione di governo, che Lei ha sostenuto sarà improntata «all’ascolto, all’azione e all’operatività», affronterà in maniera decisa la condizione di vulnerabilità contrattuale in questo comparto del welfare, rafforzando fin da subito i percorsi di stabilizzazione degli operatori delle politiche attive.

Ci auguriamo inoltre che sia rispettato il diritto alla libertà sindacale dentro Anpal Servizi, azienda che opera come ente strumentale dell’Anpal, vigilata dal Suo Ministero. Dopo diverse formali richieste di incontro, l’azienda non ha ancora convocato i rappresentanti delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario (CLAP): un sindacato indipendente che in forza delle adesioni raccolte negli ultimi mesi è inequivocabilmente una delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.

Nelle prossime settimane i lavoratori di Anpal Servizi continueranno lo stato d’agitazione su tutto il territorio nazionale con l’indizione di assemblee in azienda per preparare le nuove azioni di lotta. A cominciare dalla giornata di giovedì 26 settembre in cui si svolgerà uno sciopero ed un presidio nazionale dalle 10:30 alle 14:00 sotto la sede del Ministero del Lavoro.

Chiediamo quindi che venga riconvocato con urgenza il tavolo di negoziazione presso il Ministero con la Sua partecipazione.