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Senzaconfine ripudia la guerra

Lettere Siamo contro ogni guerra perché le guerre le fanno sempre i potenti e le pagano sempre i popoli. La stanno pagando i civili ucraini. La sta pagando chi in Russia coraggiosamente si […]

Pubblicato più di 2 anni fa

Siamo contro ogni guerra perché le guerre le fanno sempre i potenti e le pagano sempre i popoli. La stanno pagando i civili ucraini. La sta pagando chi in Russia coraggiosamente si oppone alla guerra. La pagheremo noi per le ricadute della crisi energetica e delle sanzioni economiche.

Abbiamo appreso con sollievo e soddisfazione che verranno prese misure per l’accoglienza di chi fugge dalla guerra in Ucraina. Allo stesso tempo però ci chiediamo perché non è stato e non viene fatto lo stesso per le persone che si sono affollate al confine tra la Bielorussia e la Polonia. Anche loro fuggivano da guerre, così come chi viene picchiato al confine con la Croazia o con la Grecia, chi patisce stenti nei campi sulle isole greche o in Turchia, chi muore nel Mediterraneo.
Ci chiediamo anche se le donne e gli uomini africani e nordafricani che si trovavano in Ucraina per motivi di studio o di lavoro abbiano meno paura, meno fame, sentano meno il freddo, gli sia più facile la fuga e se anche a loro verrà data la possibilità di entrare in un Paese europeo con un visto perlomeno temporaneo.

Non sono anche loro nostre sorelle e nostri fratelli? Così come le afghane e gli afghani, che evidentemente abbiamo già dimenticato. Abbiamo appreso che la Russia è stata espulsa dal Consiglio d’Europa. Ci chiediamo come mai questo non succeda con la Turchia, che opprime e reprime il proprio popolo e perseguita e stermina il popolo curdo in ogni luogo, conducendo una guerra a “bassa intensità” in Siria e in Iraq e nel suo stesso Paese, e come sia possibile che l’autocrate Erdogan, finanziato dall’UE per trattenere i profughi in condizioni disumane, ora assurga a potenziale mediatore.

Ci chiediamo infine come l’invio di armi all’Ucraina possa servire a smorzare le minacce nucleari russe e a ripristinare una via di pace, ma soprattutto come si concili con la nostra Costituzione.

Auspichiamo che questa guerra finisca al più presto, ma speriamo allo stesso tempo che quanto è successo e sta succedendo faccia aprire gli occhi sul fatto che è necessario interrompere la produzione e la vendita delle armi invece di soffiare sul fuoco dei nazionalismi, e soprattutto sul
fatto che è necessario e urgente ripensare il sistema di accoglienza.

Speriamo che queste domande possano essere uno spunto di riflessione e soprattutto che possano trovare risposte.