Lettere

Strage di Viareggio, una sentenza soddisfacente

Lettere Il tribunale di Lucca ha pronunciato la sentenza contro gli imputati della strage di Viareggio accusati di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali. Non c’è una pena […]

Pubblicato quasi 8 anni fa

Il tribunale di Lucca ha pronunciato la sentenza contro gli imputati della strage di Viareggio accusati di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali. Non c’è una pena che possa compensare i 32 morti di Viareggio del 29 giugno 2009 con tutte le sofferenze che sono seguite per i famigliari e per un’intera città. Peraltro è necessario ottenere giustizia.

Medicina Democratica si unisce al giudizio delle associazioni, dei famigliari di Viareggio, insieme a quello di Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato per la ricerca della verità sul disastro avvenuto. E’ solidale con tutti loro ed auspica che la sentenza definitiva arrivi in tempi brevi prima della prescrizione dei reati.

La sentenza di primo grado pronunciata oggi è comunque soddisfacente: oltre la condanna degli imputati con numerosi anni di detenzione (anche se non tutti quelli richiesti dal Pubblico Ministero) è stato messo sotto accusa il sistema ferroviario coinvolto. Ciò che è avvenuto quel giorno a Viareggio sarebbe stato evitabile se si fossero rispettate le dovute norme di sicurezza. I dirigenti coinvolti ne debbono trarre le conseguenze e il governo deve prendersi le sue responsabilità.

Medicina Democratica, quale parte civile riconosciuta si è grandemente impegnata in questo processo con il suo avvocato Laura Mara e con i suoi consulenti, in particolare il dott. Luigi Mara, deceduto da qualche mese cui si dovrebbe dedicare il meglio di questa sentenza, per il grande lavoro compiuto. MD riconosce anche il lavoro svolto dal Tribunale dal suo Presidente, dott. Gerardo Boragine, dagli altri giudici del collegio, nonché dai Pubblici Ministeri dott. Salvatore Giannino e dott. Giuseppe Amodeo, pur nelle gravi difficoltà in cui si dibatte la giustizia italiana come è stato evidenziato in questi ultimi giorni dai vertici della Magistratura.

In proposito occorre rammentare quanto espresso dal primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio sulla necessità di sospensione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Occorre andare verso una nuova stagione per la Giustizia.

Fulvio Aurora, Medicina Democratica