Sulla Casa delle Donne comune di Roma cieco e sordo
Lettere Care amiche e compagne, purtroppo, per età e per salute, non ho potuto partecipare al vostro presidio di lunedì scorso in Campidoglio, ma desidero assicurarvi che sono con voi in […]
Care amiche e compagne,
purtroppo, per età e per salute, non ho potuto partecipare al vostro presidio di lunedì scorso in Campidoglio, ma desidero assicurarvi che sono con voi in ogni momento della sacrosanta battaglia che avete intrapreso in difesa della Casa Internazionale delle Donne, che una scelta comunale cieca e sorda verso il profondo valore democratico della lotta delle donne, vorrebbe sfrattare.
Sono con voi che ogni giorno vi occupate di cultura, di socialità, di rispetto dei diritti delle donne e dei più deboli in generale.
Una città non è fatta solo di scelte burocratiche e, a volte, di veri e propri atti di speculazione, ma di valori e di memoria attiva, che ha le sue radici nel passato, a cominciare dalla Resistenza e dalla Costituzione che ne è scaturita, ma ha la sua storia, il suo presente e il suo futuro anche nella lotta delle donne, per la libertà, l’eguaglianza e la differenza.
Sono con voi, sempre.
Sono certa che la nostra voce saprà arrivare alle Istituzioni e al cuore e alla mente di tante e tanti cittadini democratici, di Roma e dell’Italia. Vi abbraccio tutte con tanto affetto.
L’autrice, partigiana, è la Vice Presidente nazionale Anpi