Lettere

Una petizione contro le frasi discriminatorie di Spirlì

Lettere Le affermazioni del vice presidente della giunta regionale della Calabria, Nino Spirlì, non offendono solo le minoranze, che ha etichettato con questi appellativi oltraggiosi, ma tutti i cittadini calabresi che da un uomo delle istituzioni si aspettano quel senso di disciplina e onore, che l’art.54 della Costituzione impone ai suoi funzionari.

Pubblicato circa 4 anni fa

Siamo giovani ragazze e ragazzi calabresi, a seguito delle spregevoli, omofobe e razziste dichiarazioni del vicepresidente Spirlì abbiamo lanciato una petizione per chiedere alla Presidente Santelli di allontanarlo dalla giunta regionale. Nel giro di poche ore abbiamo raggiunto centinaia di persone, che condannano fermamente queste sue posizioni d’odio e di intolleranza.

Di seguito il testo della petizione.
Quello che è avvenuto a Catania costituisce una delle pagine più buie e tristi della politica calabrese degli ultimi anni. Il vice-presidente della giunta regionale Nino Spirlì, in un suo mesto e imbarazzante discorso, ha più volte utilizzato termini offensivi come “fr*cio, ne*ro, ricc*ione” con totale tranquillità e naturalezza. Le sue affermazioni discriminatorie non offendono solo le minoranze, che ha etichettato con questi appellativi oltraggiosi, ma tutti i cittadini calabresi che da un uomo delle istituzioni si aspettano quel senso di disciplina e onore, che l’art.54 della Costituzione impone ai suoi funzionari.

 

La libertà, da lui rivendicata, di utilizzare queste offese è in evidente contrasto con i principi costituzionali di uguaglianza, tolleranza e tutela delle minoranze. In Calabria e soprattutto in giunta regionale, non può essere dato spazio a persone che ricorrono ad epiteti ingiuriosi e ad argomentazioni razziste, omofobe e xenofobe. Eliminare quelle parole dal lessico comune non significa imbavagliare i cittadini o limitare la libertà di espressione, ma serve a garantire e a tutelare la dignità di qualsiasi individuo (qualunque sia il colore della sua pelle, il suo orientamento sessuale o la sua etnia).

Spirlì riferisce che “quelli che verranno dopo non avranno testimonianza di quello che era vero”. Da giovani calabresi vogliamo rassicurare il vicepresidente: avremo sempre salde in mente le testimonianze di chi ha lottato contro le discriminazioni e di chi si è battuto per riconoscere parità di diritti. Di sicuro i suoi discorsi, dopo questa dovuta indignazione generale, saranno condannati alla damnatio memoriae che si meritano. Questa è la fine di chi, invece che costruire un futuro più prospero per la sua terra, rievoca dispute appartenenti al passato e diffonde un clima d’odio e di alterco. Ricordiamo all’equilibrato signor Spirlì che lui è l’assessore alla Cultura e non alla Cultura dell’Odio!

La governatrice Santelli non può tacere dinanzi al turpiloquio del suo braccio destro, ma ha l’obbligo morale e istituzionale di chiarire le sue posizioni in merito. Oltre alle parole dell’ass. Spirlì, anche il silenzio dell’On. Santelli lede l’immagine della Calabria, che è da sempre una terra tollerante, inclusiva e accogliente; dove all’odio e alle offese non può e non deve essere dato spazio.
Le nostre posizioni in merito sono chiare ed esaustivamente spiegate. Noi, giovani ragazze e ragazzi calabresi, chiediamo al presidente della giunta regionale della Calabria, On. Santelli, che il signor Nino Spirlì sia allontanato immediatamente dalla giunta regionale.