Alias
Letture intrecciate a Lione
Incontri Un'intervista alla Biennale di Lione con Marinella Senatore, unica artista italiana presente in rassegna e invitata in residenza. «Non amo la definizione di ’arte partecipativa’: la maggior parte delle persone che ne parla o la produce, in realtà non interagisce con nessuno, impone le cose dall’alto e non lavora davvero dando spazio alle idee collettive»
Il coro di Marinella Senatore che intona la canzone di rivolta dei canuts
Incontri Un'intervista alla Biennale di Lione con Marinella Senatore, unica artista italiana presente in rassegna e invitata in residenza. «Non amo la definizione di ’arte partecipativa’: la maggior parte delle persone che ne parla o la produce, in realtà non interagisce con nessuno, impone le cose dall’alto e non lavora davvero dando spazio alle idee collettive»
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 12 settembre 2015
Arianna Di GenovaLIONE
L’artista mentre legge ad alta voce insieme ad altri lettori Una volta a Lione c’erano i «canuts», tessitori della seta che si ribellarono alle condizioni disumane di lavoro, giurando vendetta e alzando la testa. Oggi sono tornati, nel cuore del 7ème arrondissement della città, alla Sucrière, per sbarcare direttamente in Biennale: se non in carne e ossa, visto il gap temporale, sono riemersi con la loro canzone di lotta, composta nel 1894, che racconta una delle prime insurrezioni sociali agli albori dell’età industriale. Ci tiene, Marinella Senatore, unica artista italiana alla rassegna di Lione (per di più invitata in residenza)...