Commenti
L’hotel a mezza stella per rifugiati, simbolo dell’Australia crudele
Altro che Djoko Una volta il Park Hotel di Melbourne aveva un ché di ambizioso, sicuramente di confortevole: c’erano anche dei campi da tennis. Aveva una sua clientela internazionale. La clientela internazionale è rimasta, anche se si tratta di clienti coatti
Al Park Hotel di Melbourne – Ap
Altro che Djoko Una volta il Park Hotel di Melbourne aveva un ché di ambizioso, sicuramente di confortevole: c’erano anche dei campi da tennis. Aveva una sua clientela internazionale. La clientela internazionale è rimasta, anche se si tratta di clienti coatti
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 15 gennaio 2022
Una volta il Park Hotel di Melbourne aveva un ché di ambizioso, sicuramente di confortevole: c’erano anche dei campi da tennis. Aveva una sua clientela internazionale. La clientela internazionale è rimasta, anche se si tratta di clienti coatti. Sono richiedenti asilo e rifugiati, detenuti illegalmente in alcuni casi da nove anni. Lì, al Park Hotel, c’è capitato per un bizzarro incrocio tra sport e diritti umani anche Novak Djokovic, il numero uno del tennis. C’è rimasto poco, ha vinto un ricorso contro la valutazione delle autorità che il suo visto d’ingresso fosse irregolare e poi – anche se, mentre scrivo,...