Cultura
Libertà di parola dalla lingua madre
Tempi presenti La scelta di scrivere in italiano per un’autrice statunitense di origine bengalese è come camminare senza vedere. Ci si muove con attenzione, ma si scopre che si affinano lo stile e il punto di vista. Un’anticipazione da «Made in Italy. Indagine sull’identità italiana contemporanea», un volume collettivo che sarà presentato oggi a Bruxelles
«I testimoni», installazione di Mimmo Paladino davanti l’Auditorium di Ravello – Pino Rizzo
Tempi presenti La scelta di scrivere in italiano per un’autrice statunitense di origine bengalese è come camminare senza vedere. Ci si muove con attenzione, ma si scopre che si affinano lo stile e il punto di vista. Un’anticipazione da «Made in Italy. Indagine sull’identità italiana contemporanea», un volume collettivo che sarà presentato oggi a Bruxelles
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 22 marzo 2016
Da quasi tre anni, da quando mi sono trasferita dagli Stati Uniti a Roma, cerco di rispondere a questa domanda. Avevo studiato l’italiano per molto tempo da lontano, senza aver mai vissuto in Italia. (…) Il desiderio di parlarlo ogni giorno, di sprofondare in un nuovo idioma, di incontrare nuova gente, una nuova cultura, mi ha condotta qui. Una volta arrivata non volevo altro che esprimermi in italiano quanto più spesso possibile. Ma ogni volta che aprivo bocca mi veniva chiesta sempre la stessa cosa: «come mai tu parli la nostra lingua?» (…) Mi dicevano: «Sei nata a Londra, cresciuta...