Cultura
L’identità è una lingua libera e sognante
Percorsi «L’asino del Messia» di Wlodek Goldkorn per Feltrinelli. Giunto in Israele nel 1968 dalla Polonia, l’autore racconta la delusione per la nuova «patria» ebraica e la scoperta invece di una cultura aperta su un mondo immenso e inesauribile
Anni Cinquanta, profughi ebrei appena giunti in Israele
Percorsi «L’asino del Messia» di Wlodek Goldkorn per Feltrinelli. Giunto in Israele nel 1968 dalla Polonia, l’autore racconta la delusione per la nuova «patria» ebraica e la scoperta invece di una cultura aperta su un mondo immenso e inesauribile
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 4 gennaio 2020
«Mi innamorai subito del deserto e non capivo perché gli israeliani volessero trasformarlo in un giardino». L’intero significato dell’esperienza descritta da Wlodek Goldkorn in L’asino del Messia (Feltrinelli, pp. 222, euro 16) può essere racchiuso in questa frase, che traduce immediatamente i sentimenti più profondi e il modo di guardare al mondo dell’autore. Arrivato nel 1968 in Israele, a soli sedici anni, in fuga con la famiglia dalla Polonia dove andava riemergendo l’antico antisemitismo che si era intrecciato al progetto nazista della Shoah, ma anche guidato dal sogno sionista di una patria per gli ebrei, Goldkorn è accompagnato da un...