Cultura

L’inconscio collettivo in un campo minato

L’inconscio collettivo in un campo minato

Tempo presente «La voce minima. Trauma e memoria storica» del filosofo Mario Pezzella. La rimozione dei genocidi del Novecento alimenta fittizie ipotesi riconciliative tra vincitori e vinti. L’orrore scaturito da atti di violenza condiziona le vite di vittime, carnefici e dei loro eredi

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 22 giugno 2017
Mario Pezzella è un intellettuale, il cui «impegno», per usare una parola antica, al fine di un’etica della trasformazione è pari alla sua raffinatezza culturale e alla sua capacità di far interagire più campi teorici: quali l’estetica letteraria e cinematografica da un lato e la filosofia politica dall’altro, a cui si aggiunge una profonda sensibilità per le tematiche psicoanalitiche, per l’attività di traduttore e l’esperienza della composizione poetica in prima persona. Studioso di Friedrich Hölderlin, Walter Benjamin, Paul Celan, Miguel Abensour, uno dei suoi meriti maggiori è quello, nella sua frequentazione della cultura tedesca ed europea, di essersi tenuto lontano...

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