Cultura
Linda Polman e lo specchio sporco dell’identità europea
L'intervista Parla la giornalista olandese, autrice di «Gente di nessuno» (Luiss). Dalla Conferenza di Evian del ’38 al campo di Lesbo la politica continentale nel prisma dei rifugiati. «Con la "neolingua" di "1984" Orwell spiegava come il potere celasse la verità. Allo stesso modo i politici annunciano che uno "tsunami di migranti illegali" distruggerà il nostro mondo»
Tangeri, particolare da un graffito di Blu
L'intervista Parla la giornalista olandese, autrice di «Gente di nessuno» (Luiss). Dalla Conferenza di Evian del ’38 al campo di Lesbo la politica continentale nel prisma dei rifugiati. «Con la "neolingua" di "1984" Orwell spiegava come il potere celasse la verità. Allo stesso modo i politici annunciano che uno "tsunami di migranti illegali" distruggerà il nostro mondo»
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 11 luglio 2020
Il viaggio di Linda Polman inizia a Evian, nell’estate del 1938, durante la conferenza voluta da Roosevelt per affrontare la situazione dei profughi, principalmente ebrei che cercavano di fuggire da Austria e Germania dove i nazisti preparavano il genocidio, ma che nei fatti non ebbe alcun esito significativo, e si conclude sull’isola greca di Lesbo, dove l’Europa stipa in campi non degni di un essere umano decine di migliaia di uomini, donne e bambini. In Gente di nessuno (Luiss, pp. 266, euro 20, traduzione di Olga Amagliani e prefazione di Francesca Mannocchi), il libro della coraggiosa giornalista investigativa olandese, non...