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L’inservibile «realpolitik» dei politici «pacificati»
Alleanze Invocare il realismo di un «renzismo senza Renzi» (o viceversa), come fanno - tra gli altri - Pisapia e Asor Rosa è solo il segno della falsa coscienza di questi tempi
Partito democratico, piazza del Popolo, Roma – Eidon
Alleanze Invocare il realismo di un «renzismo senza Renzi» (o viceversa), come fanno - tra gli altri - Pisapia e Asor Rosa è solo il segno della falsa coscienza di questi tempi
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 13 dicembre 2016
Nella grande confusione sotto il cielo evocata da Alberto Asor Rosa su questo giornale (vedi il manifesto del 10 dicembre) si sprecano le esortazioni a tenere ben fermi i piedi per terra, a dare prova di «realismo», cioè della virtù politica per eccellenza. La «grande confusione», però, esprime diverse forme di realismo. Accennerò a due che, al momento, stanno interessando alcuni aspetti della discussione «a sinistra». LA PRIMA È quella espressa da coloro che possono essere chiamati i «pacificati» con l’ordine naturale delle cose. I «pacificati» più indicativi, nel senso che producono scritti che ci permettono di cogliere con chiarezza...