Cultura

L’insostenibile spinta del destino

L’insostenibile spinta del destinoLuigi Pirandello nel suo studio (1934) – Immagini tratte da «I Pirandello. La famiglia e l'epoca per immagini», edito dalla Nave di Teseo

Ricorrenze A centocinquant'anni dalla nascita, un percorso critico sulla figura dello scrittore e drammaturgo Luigi Pirandello, tra libri a lui dedicati e iniziative che prendono il volo

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 14 luglio 2017
«Sia lasciata passare in silenzio la mia morte. Agli amici, ai nemici preghiera non che di parlarne sui giornali, ma di non farne pur cenno. Né annunzi né partecipazioni. Morto, non mi si vesta. Mi s’avvolga, nudo, in un lenzuolo. E niente fiori sul letto e nessun cero acceso. Carro d’infima classe, quello dei poveri. Nudo. E nessuno m’accompagni, né parenti, né amici. Il carro, il cavallo, il cocchiere e basta. Bruciatemi. E il mio corpo appena arso, sia lasciato disperdere; perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me. Ma se questo non si può fare sia l’urna cineraria...

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