Alias
L’invenzione della città
Mostre «African Metropolis»: una collettiva al Maxxi per indagare gli spazi urbani e i labirinti di storie che vi si sedimentano, a cura di Simon Njami e Elena Motisi
Kiluanji Kia Henda, Le Merchand de Venice, 2010
Mostre «African Metropolis»: una collettiva al Maxxi per indagare gli spazi urbani e i labirinti di storie che vi si sedimentano, a cura di Simon Njami e Elena Motisi
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 14 luglio 2018
Un tempo c’era Babele, oggi qualsiasi città può dirsi luogo di transizione e mutazione permanente. «Architetture» che si snodano conservando una identità sospesa, in particolare, lo sono quelle africane, in grado di stratificare storie e memorie come fossero scaffali di tessuti da toccare, annusare, ascoltare. Sono conoscibili le metropoli d’Africa? Dipende dall’attitudine del presunto «indagatore»: bisogna innanzitutto attrezzare la mente sul piano della simultaneità e anche della sinestesia, creando un vero melting pot dei sensi. È con questo atteggiamento, senza visioni idealistiche né immaginario post-coloniale che si può penetrare nei meandri della mostra African Metropolis, al Maxxi di Roma, collegando...