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L’Iran dei “duri” nel grande gioco della sfida alla Cina
Il voto a Teheran Le conseguenze interne e internazionali della vittoria di Ebrahim Raisi alle presidenziali. E della concentrazione di tutti i poteri nelle mani degli ultraconservatori
Il passaggio di consegne ieri tra il presidente Rouhani e il suo successore (a sinistra), Ebrahim Raisi – Iranian Presidency Office via Ap
Il voto a Teheran Le conseguenze interne e internazionali della vittoria di Ebrahim Raisi alle presidenziali. E della concentrazione di tutti i poteri nelle mani degli ultraconservatori
Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 20 giugno 2021
Con queste elezioni l’Iran rientra nel grande gioco delle sfide globali. Tutto il potere è in mano ai duri e puri della repubblica islamica come mai nel recente passato: questo significa la scontata vittoria alle presidenziali di Ebrahim Raisi. Gli ultraconservatori avevano già ottenuto la maggioranza alle parlamentari dell’anno scorso, controllano già saldamente il potere giudiziario, sono sotto l’egida militare dei pasdaran e la direzione della Guida Suprema Ali Khamenei, ultima istanza di ogni decisione. Con Raisi adesso chiudono il cerchio del potere. Due le conseguenze, una interna, l’altra sul piano internazionale. La Guida Suprema, 82 anni, ha piazzato agevolmente...