Internazionale
«L’Isis non regala misericordia»
Reportage Parlano i testimoni di Al-Hasakah, prima occupata dallo Stato islamico poi liberata dai kurdi dell’Ypg: «Qui si moriva di fame, povertà, omicidio, stupro, arresto». Le donne e le bambine avevano l’obbligo di indossare il niqab, il velo integrale, pena la lapidazione pubblica
Un bambino siriano a al-Hasakah – Federica Iezzi
Reportage Parlano i testimoni di Al-Hasakah, prima occupata dallo Stato islamico poi liberata dai kurdi dell’Ypg: «Qui si moriva di fame, povertà, omicidio, stupro, arresto». Le donne e le bambine avevano l’obbligo di indossare il niqab, il velo integrale, pena la lapidazione pubblica
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 26 luglio 2016
Federica IezziAL-HASAKAH
«Ha ridotto in macerie case, palazzi e chiese, ha lesionato ospedali, caserme, università e si è scatenato con violenza contro migliaia di persone inermi. Ha distrutto vite, ha annientato speranze» è così che Amal, solo 15 anni, vede la guerra con cui convive da più di cinque anni. Abita, con quello che è rimasto della sua famiglia, nella provincia di al-Hasakah, città nell’angolo nord-orientale della Siria. Abita in un piano sotterraneo della sua vecchia casa, non tanto per il pericolo dei bombardamenti a cui ormai tutti sono abituati, ma perché la vecchia casa è stata totalmente rasa al suolo. E adesso...