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«L’Italia è contro la sugar-tax perché non ci sono nutrizionisti indipendenti dalle industrie»

Intervista Antonio Pratesi, direttore de Il fatto alimentare: «La proposta del ministro è virtuosa. Ma i partiti hanno delle fondazioni che ricevono soldi anche da industrie alimentari»

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 3 ottobre 2019
Antonio Pratesi, medico nutrizionista e divulgatore scientifico de ilfattoalimentare.it non usa giri di parole. «Perché l’Italia è ostile alla sugar-tax? Forse perché mancano dei nutrizionisti autorevoli e indipendenti dall’industria alimentare che abbiano una visione ad ampio respiro del problema obesità». La nostra industria alimentare e delle bevande, con il 25,9% degli investimenti pubblicitari italiani, è in grado di condizionare pesantemente le scelte editoriali e persino politiche. In cima agli inserzionisti compaiono sempre Ferrero, Barilla, Nestlé, Mondelez, Danone, Perfetti, Bauli, Coca Cola, le aziende che ci servono gran parte dei prodotti da colazione, bevande zuccherate e merendine. «Abbiamo grandi accademici che...

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