Italia
Campania, lo scempio edilizio ora si chiama rigenerazione urbana
Più 25% dei volumi in caso di ristrutturazione, 35% con demolizione Alessandro Dal Piaz: «Istituzionalizzazione perenne del Piano casa. All'origine c’è l’interpretazione del territorio come supporto a costruzioni che producano rendita. Questa logica prelude alla densificazione nelle aree più appetibili»
L'ecomostro di Ascea Marina
Più 25% dei volumi in caso di ristrutturazione, 35% con demolizione Alessandro Dal Piaz: «Istituzionalizzazione perenne del Piano casa. All'origine c’è l’interpretazione del territorio come supporto a costruzioni che producano rendita. Questa logica prelude alla densificazione nelle aree più appetibili»
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 6 agosto 2022
Il Consiglio regionale della Campania, giovedì, ha varato le «Disposizioni in materia di semplificazione edilizia, di rigenerazione urbana e per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente». Di fatto il via libera a un nuovo ciclo del cemento. «Il provvedimento si presenta come una istituzionalizzazione perenne del Piano casa» spiega Alessandro Dal Piaz, esperto in Progettazione urbanistica. Quali sono i problemi che pone la norma? La preoccupazione maggiore, come dimostra l’appello degli scienziati, dovrebbe essere intervenire per fermare la crisi climatica. Una situazione che richiederebbe un’attenta politica di contrasto al consumo di suolo. Invece rigenerazione urbana e riqualificazione diventano puro alibi...