Visioni
Lo sguardo della «spilungona» nel sottosuolo dell’esistenza
Al cinema «La ragazza d’autunno» di Kantemir Balagov racconta il dopoguerra sovietico. Tratto da un libro della scrittrice bielorussa premio Nobel Svetlana Aleksievic
Al cinema «La ragazza d’autunno» di Kantemir Balagov racconta il dopoguerra sovietico. Tratto da un libro della scrittrice bielorussa premio Nobel Svetlana Aleksievic
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 9 gennaio 2020
Il titolo originale della Ragazza d’autunno è «Dilda» che letteralmente in russo vuol dire spilungona. Si tratta d’una parola infantile con la quale i bulli irridono una ragazza troppo grande e quindi impacciata nei propri movimenti. Il termine s’adatta come un guanto al personaggio principale del film, Iya, che sorpassa tutti d’una spanna. E che ha l’aria sempre tra le nuvole. Resta un titolo curioso per un film serissimo nel tema, nel momento storico che descrive e nel tono scelto per farlo: il male assoluto e l’impossibilità d’esser felici, dentro la cornice dell’immediato dopoguerra sovietico, dipinto con i colori non...